Crocifissione / Pixabay CC0 - lautaro_028, Public Domain

I difetti del capolavoro

Incantati e purificati dall’amore di Dio, i reali difetti del prossimo non ci turbano più

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Prima di uscire a celebrare la santa messa, mi soffermo qualche istante di fronte a un’immagine. È una pittura a grandezza d’uomo che ritrae un crocifisso grondante sangue che Santa Teresa, con la mano protesa, raccoglie e trasforma in rose per amore dei fratelli.
Mi rapisce questa scena perché il crocifisso rappresenta quanto celebro sull’altare e il gesto di Teresa mi invita a vivere la mia messa amando il prossimo durante la mia giornata.
Tornato in sacrestia manifesto a Leopoldo la mia ammirazione per un simile quadro, ma lo vedo un po’ perplesso: “Non vedi quanti difetti… ombre, riflessi sbagliati, anatomia e drappeggi non curati, prospettiva e colori qua e là poco armonizzati?!”
Dopo questa sottolineatura negativa di Leopoldo, quel quadro tende a distrarmi e orienta la mia attenzione su evidenti punti difettosi; e perché emerga la meraviglia del Calvario lo devo guardare con gli occhi socchiusi.
Il vero capolavoro che l’Artista mi ha messo accanto è ogni mio prossimo.  Sarei tentato di porre la mia attenzione sui difetti, ma per vincere questa tendenza perversa guardo il Crocifisso: è lui che indirizza il mio sguardo sull’amore più grande riservato ad ogni uomo; è Lui l’innamorato dell’uomo, incantato di fronte alla creatura fatta a sua immagine.
Incantato e purificato da questo amore, i reali difetti del prossimo non mi distraggono più; si trasformano anzi in preziosa cornice che mette in rilievo ed esalta il Capolavoro.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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