È tutta all’insegna della misericordia la quarta giornata di viaggio del Papa in Polonia. Alle prime ore del mattino Francesco si è diretto sulla collina di Lagiewniki, a sud di Cracovia, dove sorge il Santuario della Divina Misericordia. Ovvero il luogo che le centinaia di migliaia di pellegrini che vengono da ogni continente per visitarlo (in questa settimana di Gmg arrivati anche a 100mila al giorno) considerano la “Capitale del culto della Misericordia”.
È in questa zona rurale della Polonia che Gesù apparve a Santa Faustina Kowalska, una semplice suora polacca dalla vita mistica tanto fiorente quanto nascosta, affidandole un messaggio da diffondere all’intera umanità: “Oggi mando te a tutta l’umanità con la mia Misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, ma desidero guarirla, stringerla al mio Cuore misericordioso”.
Bergoglio, come i suoi predecessori, solca questa terra bagnata di misericordia recandosi subito nella grande cappella conventuale dedicata a San Giuseppe, cuore dell’intero Santuario, benedetta nel 1891, per pregare davanti alle spoglie della mistica custodite in un’urna di pietra bianca. Un’altro frammento sacro, uno osso di suor Faustina, è deposto nell’inginocchiatoio di marmo davanti all’altare che i pellegrini venerano chiedendo numerose grazie. Grazie tutte esaudite, come testimoniano gli ex voto posti nelle vetrine all’interno della cappella.
Francesco bacia la reliquia e poi in ginocchio prega davanti all’immagine di Gesù Misericordioso, uscita dal pennello di Adolf Hyła nel 1944 e poi diffusa in tutto il mondo avverando così le parole di Gesù a Faustina durante la prima apparizione: “Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero”.
Intorno al Pontefice ci sono, intanto, 150 suore della Congregazione di Nostra Signora della Misericordia a cui è affidato il Santuario, e un’ottantina di giovani disagiate che le religiose assistono da anni. Tutte cantano e pregano all’ingresso del Vescovo di Roma, poi rimangono in silenzio in attesa che il Papa termini la sua orazione. Prima di uscire dalla cappella e salutare i circa 300 fedeli disposti sul lungo corridoio esterno decorato da fiori e bandiere di tutto il mondo, Francesco ha firmato un libro con un messaggio in spagnolo: “Misericordia quiero y no sacrificios. Misericordia io voglio e non sacrifici”.
Quindi il Papa, in papamobile, si è diretto verso la Basilica dove, per l’Anno giubilare, è stata eretta una Porta Santa su cui, nella colonna di destra, sono raffigurate le immagini delle opere di misericordia corporali e, a sinistra. quelle spirituali. Prima di varcarla Francesco ha salutato dal terrazzo i giovani riuniti nel Santuario e due bambine malate che gli hanno offerto un dono. Tra queste una piccola senza gambe a cui hanno impiantato delle protesi dopo un’operazione finanziata dallo stesso Pontefice.
A tutti i presenti ha poi rivolto un breve messaggio a braccio: “Il Signore, oggi, ci vuol far sentire ancora più profondamente la sua grande misericordia”, ha detto. “Non allontaniamoci mai da Gesù! Anche se pensiamo che per i nostri peccati e le nostre mancanze siamo i peggiori… Così ci preferisce Lui; così la sua misericordia si sparge. Approfittiamo di questo giorno per ricevere tutti la misericordia di Gesù”.
Cinquanta giovani hanno quindi ‘approfittato’ confessandosi con i vari sacerdoti disposti nel vasto prato ai piedi della Basilica, allestito con i confessionali in legno. Otto di loro hanno ricevuto il Sacramento della Riconciliazione direttamente dallo stesso Pontefice in Basilica: cinque ragazze, due ragazzi e un prete. Il Papa ha confessato cinque persone in spagnolo, due in italiano ed una in francese.
Intorno alle 10.30, il Papa si è infine spostato al vicino Santuario dedicato a San Giovanni Paolo II, per presiedere una Concelebrazione Eucaristica per tutti i sacerdoti, i religiosi, i consacrati e i seminaristi polacchi. È questo un luogo di culto fatto erigere alcuni anni fa dal cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanisław Dziwisz, in omaggio al santo Pontefice di cui per un ventennio fu segretario particolare. Il santuario sorge negli stessi luoghi dove Wojtyla lavorò come operaio della Solvay; un altro modo, dunque, per esprime la ricca eredità del pensiero e dello spirito del Papa polacco ai suoi connazionali. In ricordo della sua visita, il Santo Padre ha lasciato al Santuario in dono una grossa Croce d’Altare in madreperla.
[Dal nostro inviato a Cracovia]