L’effetto della Parola

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio – Mt 13,36-43

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Lettura
Alla fine del capitolo 12, Gesù aveva domandato alla folla: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, aveva risposto: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Ora, nel capitolo 13, è proprio in un contesto di familiarità che il Maestro prosegue la sua opera di insegnamento e di formazione dei suoi discepoli.
Meditazione
Gesù risponde all’esplicita richiesta dei suoi di spiegare il senso della parabola del grano e della zizzania che, nel testo di Matteo, egli aveva pronunciato subito dopo quella del seminatore (vv. 24-30). Riprendendo uno alla volta ciascuno degli elementi della parabola, egli spiega in breve chi o cosa rappresentano: il seminatore che sparge il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo rappresenta il mondo, e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania rappresenta i figli del Maligno, e quindi chi l’ha seminata è il diavolo, il nemico. Il momento della mietitura indica la fine del mondo e perciò i mietitori sono gli angeli. Il fuoco è il destino della zizzania, che verrà estirpata alla fine del mondo. Ora ognuno può riconoscersi in un ruolo ben preciso, e Gesù stesso rivendica a sé il proprio. Se ciò che il Maestro voleva esprimere quando ha raccontato la parabola alla folla era già abbastanza evidente, ora la sua spiegazione lo rende ancor più chiaro. Il genere letterario utilizzato, la parabola, già di per sé dice molto, perché richiede il coinvolgimento e la partecipazione degli interlocutori nella scoperta del significato. È questo l’obiettivo che il Maestro chiede di raggiungere a chi si mette in ascolto, affinché la parola possa produrre i suoi effetti, basandosi sulla promessa del profeta: «così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» (Is 55,11). Con l’annuncio del Regno e la venuta del Cristo nulla sarà più come prima: egli stesso manderà i suoi angeli a mietere il raccolto, e chi avrà operato a vantaggio del nemico, e perciò è “zizzania”, troverà il suo “compimento”: la fornace. Il compimento del grano, i “giusti”, invece, è godere del sole nel Regno del Padre. In Gesù si realizzano e trovano dunque compimento le promesse del Padre. “Chi ha orecchi, ascolti”: è il tempo dell’annuncio, sì, ma anche della propria adesione al Regno.
Preghiera:
Tu, pastore d’Israele, ascolta. Seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso forte (dal Salmo 79).
Agire:
Avrò parole di conforto per chi è nel dubbio e nella prova.
***
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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