Lettura
Ci siamo inoltrati nel capitolo 12 e l’evangelista Matteo annota le reazioni dei farisei e della gente provocate dall’ascolto della predicazione e dei gesti di Gesù: le spighe di grano raccolte e mangiate di sabato dai suoi discepoli e la guarigione dell’uomo con la mano inaridita; l’annuncio del servo di Dio mansueto – di cui leggiamo oggi –, la guarigione di un indemoniato cieco e muto, e l’ammonizione contro la bestemmia allo Spirito Santo. Ma già ora i farisei tengono consiglio e, di fronte alla forza delle parole e delle azioni del Maestro, non trovano altra soluzione che decidere di ucciderlo.
Meditazione
Più il Maestro si rivela misericordioso in parole ed in opere, e più i farisei reagiscono in modo ostile, perché si sentono in dovere, una volta per tutte, di dare un esempio chiaro al popolo, che a parer loro si sta facendo sedurre e ammaliare. Il rischio è che si abbandoni la via dei padri; perciò si radunano per decidere la sorte di Gesù: deve morire. Quando viene a conoscenza della decisione dei farisei, il Maestro si allontana. Ma molti reagiscono continuando a seguirlo: non si arrendono, vincono il timore, per guardare e ascoltare ancora la Novità che sana. Mentre i farisei tramano per dargli la morte, Gesù persevera nella sua opera di guarigione e di annuncio del Regno: dona la vita. Gli umili e i reietti provano sulla propria pelle la forza vitale di quell’annuncio nuovo, mai sentito prima, e scelgono la via della salvezza: seguire Gesù. Vi è chi sa discernere. Gesù chiede di non diffondere la notizia di ciò che sta facendo, poiché il bene che fa è fatto alla luce del sole; la folla non ha bisogno di tenere consiglio come i farisei e gli scribi. L’evangelista evidenzia così il grande contrasto tra Gesù e le autorità religiose: il Maestro che annuncia e dona la vita e i dottori che sussurrano morte; i farisei che allontanano da Dio e dagli uomini i reietti, e Gesù che avvicina ed accoglie. E proprio questa reazione opposta da parte dei farisei e della gente porta Matteo a considerare realizzata la profezia del Servo, proclamata da Isaìa (cfr. 42,1-4): «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia».
Preghiera
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito (dal Salmo 50).
Agire
Farò un’opera di misericordia corporale nel modo e per il tempo che riterrò più opportuno.
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.
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Il discernimento degli umili
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 12,14-21