La riconciliazione delle due Coree passa per l’impegno dei cattolici. È stato inaugurato a Uijeongbu, al confine tra Corea del Sud e Corea del Nord, il nuovo Istituto per la pace e la cooperazione nell’Asia nord-occidentale. Come ha detto mons. Pietro Lee Ki-heon, vescovo della città – presente alla cerimonia insieme a circa 200 fedeli, diversi deputati del Parlamento sudcoreano e al vice sindaco della città – i cattolici coreani “hanno il compito di lavorare anche per l’evangelizzazione della Corea del Nord. Questo compito è tanto più importante quanto più ci si avvicina al confine, e noi siamo molto vicini. Questa istituzione sarà una nuova base per coltivare la pace nell’Asia orientale e persino nel mondo”.
Fra gli scopi principali dell’Istituto, retto dalla diocesi, vi sarà quello – spiega AsiaNews – di “attualizzare il concetto cattolico di pace” e applicarlo alla Corea, divisa in due sin dalla guerra civile del 1950. Oltre ai cattolici, è prevista la partecipazione di ricercatori buddisti e cristiani protestanti, che daranno il proprio contributo in diversi campi: tra questi filosofia, politica, economia e letteratura.
Non è il primo luogo di questo tipo che sorge al confine con la Corea del Nord. Da diversi anni sorge la cattedrale “del pentimento e della riconciliazione” di Paju, decorata con mosaici eseguiti da artisti nordcoreani e simbolo del desiderio di riunificazione della penisola. Risale al 1997, inoltre il Centro per la riconciliazione nazionale, che ospita i profughi in fuga dal regime di Pyongyang che vengono accolti e possono seguire dei corsi per l’inserimento sociale e per trovare un impiego.
Demarcation Line separating North and South Korea - Wikipedia Commons
Sorge al confine tra le due Coree un Istituto per la pace e la cooperazione
Inaugurato a Uijeongbu, città sudcoreana al confine con il Nord, ha lo scopo di “attualizzare il concetto cattolico di pace” e applicarlo alla Corea