Maria – dice il Vangelo di Luca – si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. La tradizione ha identificato in Ain Karim la località verso la quale si diresse la Vergine, meta ormai ben nota ai pellegrini di Terra Santa. Conosciamo il seguito del racconto: l’incontro con Elisabetta, il suo stupore, la gioia del bimbo che portava in grembo, l’esaltazione della fede di Maria e l’inno di lode, sgorgato dal Cuore della “Madre del Signore”.
Lo stupendo quadro evangelico, di una ricchezza e profondità ineguagliabili, non riguarda solo l’episodio in se stesso, espressione della “audace carità” di una giovinetta di Nazareth, che affronta fatica e disagi per poter soccorrere l’anziana parente. La luce di questo passo si è estesa da allora lungo tutte le generazioni che -come profeticamente annunciava il Magnificat stesso- avrebbero detto “beata” Maria Santissima e ne avrebbero sperimentato la speciale vicinanza e predilezione.
Tutta la storia è pervasa dalla sua premura materna, che ha trovato originali e inesplorate vie per manifestarsi e per ritradurre, al cuore dell’uomo, il linguaggio sempre attuale della fede e della carità, con accenti e con tonalità sempre nuove. In quanti luoghi desolati la Madonna ha riportato la luce del Vangelo; in quante apparizioni ha richiamato i suoi figli, distratti, al loro destino, di sacrificio e di gloria!
Il suo pellegrinaggio, iniziato 2000 anni fa, verso i monti di Giuda, non si è ancora concluso e avrà termine solo alla fine dei tempi. Fino ad allora Maria continuerà a percorrere le vie e i sentieri del mondo, per incontrare i suoi figli, per risollevare gli smarriti, per incoraggiare gli sfiduciati, per ammonire i peccatori e ricondurli alle sorgenti stesse della Grazia.
Oggi, più che mai, Ella vuole raggiungere il cuore e la vita di tutti; a tutti si fa “prossima”, di ogni figlio conosce le debolezze, i desideri, i bisogni e la cadute e proprio per questo si rimette in viaggio, sempre, con l’ostinazione di chi ama e con la pazienza di chi sa attendere che la potenza del Risorto illumini le coscienze e sia finalmente accolta dal nostro spirito inquieto.
Mai, come ai nostri tempi, abbiamo bisogno della sua attenzione e della sua vigile custodia; mai come in questa epoca, confusa e spesso indecifrabile, occorre che Lei faccia luce, che ripristini la “gerarchia della Grazia” e riporti il calore di Cristo in mezzo al Popolo di Dio.
La famiglia resta la meta privilegiata del suo itinerario nel tempo, perché la sua missione si è svolta principalmente lì, tra le mura domestiche, santificate dal Verbo, da Lei stessa e da Giuseppe, solleciti e fedeli interpreti della Volontà del Padre. E la famiglia sta subendo, proprio ai giorni nostri, un vile e diabolico attacco, di inconsueta violenza e virulenza, indirizzato alle sue stesse radici e fondamenta, umane e cristiane.
In questo centenario delle tre manifestazioni angeliche di Fatima del 1916 -preludio e preparazione alle successive apparizioni della Vergine- il viaggio a Ain Karim trova una singolare corrispondenza proprio con la preghiera insegnata dall’Angelo stesso ai Pastorelli: “Mio Dio io credo, adoro, spero e Vi amo… ”. È la Fede che muove i passi di Maria verso le nostre “periferie”, sociali, morali e spirituali; è la costante adorazione del mistero di Dio che la spinge a rinnovare tenacemente il suo “Eccomi” e a prodigarsi per il prossimo; è la speranza che non la fa mai dubitare della infinita Misericordia del Cielo verso i peccatori. È l’amore il segno distintivo di ogni sua iniziativa, di ogni tappa nel suo peregrinare, della sua dedizione incondizionata alle anime.
Lo stile di Maria è il cuore stesso di questo Anno, tutto orientato alla Misericordia. Da Lei impariamo a ringraziare l’Altissimo per i suoi doni e a “magnificare” l’opera che Egli va compiendo in noi; dai suoi esempi attingiamo forza per perseverare nel bene e per attrarre i cuori nel raggio della Misericordia stessa di Dio. Da Lei impariamo a non arrenderci mai, di fronte alle miserie della nostra povera umanità, ma a consegnarci, con illimitata fiducia, nelle mani di chi ci ha creati, ci accompagna con la Sua Provvidenza e ci prepara un eternità di beatitudine e di pace.
Alla “Vergine in cammino”, alla “Vergine Pellegrina”, che, attraverso le sue immagini, da Fatima è ripartita per tutti i più remoti angoli della Terra, affidiamo la nostra strada, le nostre incertezze e le nostre angosce. Come a Cana, anche a noi oggi ripete: “Fate quello che vi dirà”. E non dubitate mai di avere accanto a voi una Madre, che vi comprende, vi ama, vi sostiene nella prova e vi educa ad amare secondo il suo Immacolato Cuore.
La Vergine Maria disegnata da Carmelo Raco
A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?
La Visitazione: un mistero che percorre la storia