Il paradosso dei nostri giorni è caratterizzato dal fallimento dell’utopia illuminista secondo cui la ragione, lo sviluppo tecnologico e la crescita dei consumi ci avrebbero fornito la libertà illimitata, il progresso e la felicità.
E’ vero che siamo nel bel mezzo del più grande rinascimento tecnologico mai visto nella storia. Pensate solo alle comunicazioni. Con un semplice Iphone, cioè una tavoletta magnetizzata di silicio, possiamo essere in contato con il mondo, abbiamo accesso diretto e libero alla più grande biblioteca della storia, possiamo chiamare e ricevere telefonate e messaggi da tutti coloro che dispongano di un iphone e che stiano abbastanza vicini ad una rete telematica che copre il mondo intero, dalla terra del Fuoco alla Siberia, dall’Antartico all’Islanda. I tempi di connessione sono immediati e possiamo inviare e ricevere, foto, immagini, filmati, testi brevi come un twitter o lunghi come intere enciclopedie.
Tutto questo è fantastico, ma da solo non dà garanzie di felicità, non basta per rispondere ai desideri di verità giustizia e bellezza,
La tecnologia ci aiuta a vivere meglio, ma da sola non ci riempie il cuore, anzi…
A fronte infatti di uno sviluppo economico, tecnologico, scientifico, di produzione di merci come mai visto nella storia, notiamo a volte un regresso nei rapporti tra gli umani, non solo guerre e conflitti, ma cultura dello scarto, ingiustizie, sofferenze, contrasti sociali, nuove e vecchie schiavitù, e un mal di vivere che vede un alto numero di suicidi e la depressione come la malattia che più cresce nel mondo.
Qualche esempio: mai come oggi possiamo far nascere bambini prematuri e malati, la conoscenza medica e in ginecologia ha fatto passi da gigante, eppure proprio quando possiamo salvare quasi tutti i concepiti, ci sono milioni di interruzioni volontarie di gravidanza nel mondo.
L’eutanasia che al processo di Norimberga fu tacciata come crimine contro l’umanità, viene oggi proposta come azione di carità di compassione, di liberazione dalle sofferenze.
Il traffico di organi e di persone, giustamente condannato come disumano e forma di schiavitù, oggi viene praticato a livello internazionale.
E come dice spesso Papa Francesco, i giornali segnalano ogni momento le variazione dei titoli di borsa, mentre se un povero muore di fame o di freddo non viene neanche menzionato.
Insomma l’utilitarismo, l’egoismo ed il consumismo sembrano aver ridotto l’umanità, sembriamo più ricchi fuori e più poveri dentro.
Il cardinale Giacomo Biffi stigmatizzò la situazione avvertendo il rischio di diventare “sazi e disperati”
Disse a questo proposito San Giovanni Paolo II “Esaminando la situazione dell’umanità è forse eccessivo parlare di crisi della civiltà? Scorgiamo grandi progressi tecnologici, ma questi non sempre sono accompagnati da un grande progresso spirituale e morale”.
Ma c’è una soluzione a questo paradosso, e non è solamente l’utilizzo virtuoso della tecnologia, ma l’accesso e la pratica del vero, del buono e del bello.
Per guarire, il mondo ha bisogno di più amore.
Bisogna alimentare il cuore e parlare il linguaggio dell’anima, perché non di solo pane vive l’uomo, e la ragione da sola, se ridotta all’utilitarismo, rischia di generare mostri.
Carità, condivisione, compassione, amicizia, amore, ottimismo, coraggio, generosità, perdono, misericordia, allegria, bontà, sorriso, ironia, buon umore, cultura del dono .. sono fondamentali per costruire e lastricare la strada verso la consolazione, verso la soddisfazione del cuore, verso la pace e la serenità.
E’ questa la scoperta e le indicazioni che si trovano nel libro “La guarigione un percorso spirituale” (edito da Santa Francesca Romana) scritto da Antonio Intergiglielmi, Francesca Serra e Patrizia Burdi.
Francesca Serra in particolare racconta della sua esperienza di vita, che è stata caratterizzata da quelli che lei ha chiamato “disastri relazionali” fino a quando non ha accettato l’invito di don Antonio Interguglielmi di andare a Medjugorje.
Da qui riscopre il cristianesimo che (lo scrive lei) “è veramente rivoluzionario, anche per chi non ha fede”
“Solo Cristo – sottolinea l’autrice – è venuto nel suo dirsi e darsi per uscire fuori da se stesso, trasfigurandosi e risorgendo dal proprio ego, dalla propria finitezza e per questo è così umano e divino”.
Per placare il dolore non servono le pillole, ma un conforto profondo che si raggiunge con il motto di Santa Monica “l’amore pretende un gradino più alto e mai un pareggio di affetti”.
Sostiene la Serra che nella visione di Ildegarda di Bingen la terapia pone il suo fondamento nella continua pratica delle virtù e il cammino verso il sommo bene.
L’amore edificante non è mai idolatrico, non è mai compulsivo, non conosce lo spreco dell’anima per fini egoistici.
Ed ancora, la Serra scrive che “il corpo delle donne, così come quello del bambino. Sono degni di riflettere lo splendore di Colui che li ha generati. E come si ammala a causa delle passioni, può risanarsi attraverso le passioni. Attraverso la felicità”
Nella lingua tedesca guarigione e salvezza hanno la stessa etimologia.
A questo proposito la Serra ha indicato la visita ai santuari mariani come luoghi di guarigione tra cui il culto delle Madonne nell’area dei monti sibillini con i due grandi santuari della Madonna dell’Ambro e la Madonna di Loreto.
Nelle parte conclusiva del libro. Patrizia Burdi (coautrice del libro) parla del vestibolo d’ingresso delle antiche basiliche dove sostavano i catecumeni ed i penitenti , lì si raggiunge lo splendore dell’abside bagnata dal sole del mattino, luogo della visione, dove la luce di Dio giunge agli uomini per illuminarli attraverso il mistero dell’Eucaristia.
La nuova geografia del sacro disegnata dal sorgere dei santuari e della chiese nei primi secoli della cristianità si sviluppa dunque intorno al culto dei martiri.
In conclusione alcuni aforismi
La cosa che più ti aiuta a guarire è il buon umore.
(Pindaro)
I farmaci non sono sempre necessari. La fede nella guarigione lo è sempre.
(Norman Cousins)
L’ho sempre saputo fin da quando ero bambino: la vita ci ferisce, tutti quanti. E non c’è modo di sottrarsi ai suoi colpi.
Ma ora ho imparato un’altra cosa: possiamo guarire, se ci curiamo a vicenda.
(Veronica Roth)
Guarire è toccare con amore ciò che abbiamo precedentemente toccato con paura.
(Stephen Levine)
Guariamo quando siamo amati e quando amiamo gli altri.
(Jeannette Winterson)
La causa principale della guarigione è l’amore.
(Paracelso)
E per concludere, la frase forse meno alta, ma tanto vera
L’ultima volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato male per un mese intero.
(Groucho Marx)
La guarigione è un percorso spirituale
Cercare il vero, il buono ed il bello per alimentare l’anima e vincere il mal di vivere