Politiche demografiche. Tarzia: “Chi dice che non ci sono i soldi è ignorante o in malafede”

La “Settimana della Mamma” all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum si chiude con una riflessione sul corretto ruolo della donna nella società, al di fuori dagli schemi ideologici

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Si è conclusa sabato scorso all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, la Settimana della Mamma, promossa dall’Istituto Superiore di Studi sulla Donna (ISSD) e dalla Women’s Alliance for Life and Family (WWALF).
La tavola rotonda finale, moderata da Adele Ercolano, coordinatrice dell’ISSD, ha portato i contributi di cinque donne, ognuna attiva in un campo diverso ma tutte concordi sulla necessità di restituire giustizia al “genio femminile” nella società, secondo criteri non ideologici.
La professoressa Maria Pia Baccari, docente di diritto romano alla LUMSA, ha messo in luce come, in epoca romana, la tutela della mulier fosse già decisamente piuttosto avanzata, ponendo in nuce le basi per i diritti odierni.
Nella vita nascente, i tre principi fondamentali erano: la salute della donna gravida, la salute del concepito, la crescita demografica. Da parte sua, infatti, l’imperatore Giustiniano aspirava ad una res publica che prosperasse e che fosse popolata da molte persone. Tutti elementi che inducono ad una seria riflessione, anche in relazione all’attuale gravissima crisi demografica italiana ed europea.
Ad oggi, invece, ha osservato la giurista, “la maternità e la gravidanza sono considerate in un’ottica più di aggressione, più che di difesa”, oltre che affrontate da un punto di vista più “medico” che umano.
C’è poi la questione della maternità surrogata, che, mette in guardia Baccari, è frutto di una concezione di “diritti senza limiti”, che possono portare alla “commercializzazione del corpo umano”, atto necessariamente “contra legem”.
La tecnica non è necessariamente contro l’uomo, ha puntualizzato la giurista, ma purché sia messa in pratica secondo il principio di “imitatio naturae”, laddove “se il diritto non pone divieti, diventa una caricatura di se stesso”.
Altre testimonianze sono state portate da Annamaria Gimigliano, salernitana, madre di tre figli, imprenditrice ed esperta di innovazione, che ha lanciato il progetto Maestra Natura, Antonella Perconte Licatese, docente di storia del cinema, autrice del romanzo La voce sottile, sul dramma del post-aborto, e la giornalista RAI Benedetta Rinaldi, che ha raccontato come, nonostante nel mondo televisivo la maternità sia spesso ostacolata, non mancano esempi virtuosi di dirigenti aperti alla conciliazione famiglia-lavoro, come lei stessa ha sperimentato.
La chiusura dei lavori è stata affidata ad Olimpia Tarzia, presidente della WWALF, che ha riflettuto in modo particolare sull’impegno femminile in politica, che vede lei stessa coinvolta.
Attingendo alla sua storia personale, Tarzia ha raccontato di come, essendo diventata adulta negli anni ’70, sia stata testimone della rivoluzione femminista, un fenomeno che aveva preteso di dare alle donne “il vademecum per essere felici” ma di cui, a distanza di quattro decenni, si sono ormai “rotti gli argini”.
È accaduto, cioè, qualcosa di cui “dobbiamo sentirci responsabili”, ha detto la Tarzia, in quanto nel mondo cattolico, non si è stati capaci di dare vita a una “resistenza di natura educativa” all’ondata femminista, nella quale, peraltro, vi sono già tutte le premesse della più recente ideologia del gender.
Sposatasi in giovane età, prima ancora di laurearsi, la Tarzia ha riferito di come sia possibile crescere tre figli e, al tempo stesso, dedicarsi in modo proficuo al proprio lavoro (pur con meno prospettive di guadagno), all’attivismo pro life e, in seguito, alla politica.
“Ho sempre creduto alla formazione politica – ha detto la presidente della WWALF -. A volte c’è da tremare, quando parli di temi etici e vedi che i candidati che stai per votare non sanno di cosa stai parlando…”.
L’impegno politico è iniziato per Olimpia Tarzia nel 2000, con la sua prima candidatura a consiglio regionale del Lazio. L’input fu di natura ecclesiale: “Mi dissero che il mio impegno sociale era positivo ma che era fondamentale stare ‘dove si fanno le leggi’”.
Nella consiliatura 2000-2005, la Tarzia ha avanzato tre proposte di legge su famiglia, consultori familiari e libertà educativa. In particolare la prima, mirava a riformare la precedente, che equiparava matrimoni e convivenze ed ebbe il merito di includere il figlio concepito come membro della famiglia.
La riforma dei consultori, che suscitò l’ira delle veterofemministe, ha invece avuto come obiettivo il recupero del “ruolo sociale” del consultorio: “Se la donna abortisce è perché viene lasciata sola; se le si dice che l’aborto non è nulla è un inganno”, ha detto la Tarzia.
L’impegno femminile in politica, ha commentato la presidente della WWALF, è importante perché le donne portano il “valore aggiunto” della “concretezza”. Mentre nel dibattito sulle leggi, il contributo dei parlamentari e consiglieri uomini è spesso “diluito”, fortemente articolato e incline ai compromessi, le donne, ha spiegato la Tarzia, se votano una legge è perché vogliono “arrivare a un obiettivo, il che non è sempre scontato”.
La consigliera regionale si è poi soffermata sul “suicidio demografico”, frutto di una “mentalità utilitaristica” ed “abortista”, che andrà a incidere negativamente sul nostro sistema pensionistico.
Prendendo atto che in Europa ci sono paesi – come la Francia e la Svezia – che, demograficamente, hanno “invertito la rotta”, la Tarzia ha rilanciato l’appello a politiche ad incentivo della natalità: “Se si dice che non ci sono i soldi o c’è ignoranza o c’è malafede”, ha affermato a tal proposito.
Tornando a parlare di formazione, la consigliera regionale ha precisato che la promozione dei valori non negoziabili non nega la discussione ma piuttosto, incoraggia il “ragionamento” sui medesimi valori, senza “compromessi al ribasso”, come avvenne, con successo, in occasione del referendum sulla Legge 40 del 2005.
Secondo la Tarzia, infatti, “il diritto alla vita non ha appartenenze politiche ed è fondamento della democrazia”, mentre le manifestazioni di piazza come il Family Day sono utili ma vanno accompagnate da un’adeguata formazione per chi ricopre ruoli istituzionali.
L’epoca attuale – in cui la finanza e l’utilitarismo pregiudicano anche il diritto alla vita (con sofismi inquietanti come il concetto di “pre-embrione”, per giustificare l’aborto) e in cui “la tecnologia senza etica diventa un cavallo impazzito” – è “terribile e meravigliosa” al tempo stesso, ha commentato la consigliera regionale.
Stiamo fronteggiando, ha concluso, tanti moderni Faust che “negano l’evidenza”, eppure “ognuno di noi può fare la sua parte”, purché le coscienze e le sensibilità non finiscano “anestetizzate”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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