A pochi mesi dalla conclusione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita, un nuovo evento torna a far parlare di San Giovanni Bosco. Ci riferiamo al ritorno a teatro di Don Bosco il Musical, rivisitazione in forma di opera rock della vita del santo piemontese, a cura di Piero Castellacci.
Portato per la prima volta in scena nel 2008, Don Bosco il Musical sta per tornare con lo spettacolo diretto e interpretato da Marcello Cirillo, per il quale sono previste tre repliche al Teatro Italia di Roma, il 6, 7 ed 8 maggio prossimi.
Non molti sono i santi che si sono visti dedicati un musical: l’episodio più fortunato è senz’altro Forza, venite gente su San Francesco d’Assisi. È comunque significativo che la vita di don Bosco sia stata segnata da una grande passione per la musica, per il teatro e per altre forme di cultura popolare, in un momento in cui l’Italia iniziava lentamente ma inesorabilmente ad alfabetizzarsi.
L’imminente performance al Teatro Italia, dunque, si annuncia come particolarmente vivace, leggera, allegra e moderna, nello spirito di un sacerdote che, un secolo e mezzo fa, dedicò tutta la sua vita all’educazione dei giovani.
Da parte sua, nel raccontare l’allestimento dello spettacolo, Marcello Cirillo (divenuto noto al pubblico televisivo negli anni ’80 con il duo canoro Antonio & Marcello) ha confidato a ZENIT quanto sia stata determinante nella sua gioventù, la frequentazione di un oratorio salesiano in Calabria: un ricordo gioioso e vivissimo che ha inciso profondamente nella realizzazione del musical.
È stato impegnativo portare sulla scena la vita di un santo?
È stato ed è impegnativo… soprattutto l’aver concentrato in due ore la vita di un grande Santo. Ciò che mi ha aiutato moltissimo è stata la conoscenza che ho avuto della sua figura sin da piccolo all’oratorio di Soverato, che ho frequentato insieme ai miei fratelli, e che ho sempre ammirato per la sua grandezza. Inoltre non posso non ricordare il sostegno ricevuto dai salesiani e dagli ex allievi nel riproporlo in scena – in occasione del Bicentenario della sua nascita – che mi hanno migliorato nella vision attuale che ho voluto dare con questa riedizione da me curata, anche in qualità di regista dello spettacolo.
Per tutti voi artisti è stata soltanto un’esperienza umana e artistica o anche spirituale?
Speriamo anche spirituale ma soprattutto di vita! Ciò che mi dà grande gioia è parlare della vera unione della mia compagnia, dove convivono insieme grandi e navigati professionisti dello spettacolo, a partire da una magnifica Daniela Danesi, nei panni di Mamma Margherita, fino ad un vero artista di teatro quale Enzo Storico (il Cardinale), con i giovani ballerini magistralmente guidati dalla prima ballerina Marilena Ravaioli. Credo che in tutti loro, a prescindere dal “credo” personale, sia forte e viva l’immagine del Santo Don Bosco che, 200 anni fa, si curava veramente dei giovani ed abbandonati, come oggi fa papa Francesco, che, non a caso, è ex allievo di Don Bosco!
Don Bosco aveva una grande sensibilità per la musica e fu lui stesso autore di canti religiosi: questo elemento vi ha aiutato nell’allestimento dello spettacolo?
Ancora oggi, dopo 200 anni, un oratorio senza musica è come un corpo senz’anima. A proposito di musica, voglio ricordare che la colonna sonora è stata composta da Alessandro Aliscioni e Achille Oliva, due specialisti del settore, per un bellissimo testo scritto da Piero Castellacci, con le coreografie di Claudio Meloni. Don Bosco ha saputo valorizzare tutti i linguaggi giovanili, in modo particolare quello della musica, non fine a se stessa ma come espressione da coltivare nella vita. La cultura musicale dei giovani è molto cambiata, dobbiamo restituirla come momento di socialità, perché così si coltiva davvero se stessi. Don Bosco sapeva rendere protagonisti i giovani, tra loro sono cresciuti buoni compositori che davano voce alla cultura di un ambiente. Aveva creato una banda a Valdocco, radunava tanti ragazzi e, intorno a loro, tutto il paese. Un’esperienza ricca e interessante. La musica fa vedere che l’uomo non è riducibile alla sua dimensione economica e funzionale. La musica accompagna le esperienze più intime della vita, la musica fa parte di ciò che c’è di più ricco nell’animo umano. Molto spesso la musica viene solo consumata, bisogna credere nella voglia che i ragazzi hanno di creare qualcosa insieme.
Qual è l’episodio della vita di don Bosco che ritiene sia riuscito in modo più efficace nel vostro spettacolo?
Neanche la condanna a chiedere scusa pubblicamente al cardinale, solamente per aver creduto in un mondo più giusto, impedirà a don Bosco di rispondere con forza Non porgo l’altra guancia, in un accorato brano, che rappresenta la sua grande eredità: l’inno alla vita. Ancora oggi i Salesiani raccolgono migliaia di ragazzi di tutte le razze e di tutti i colori, dando loro non solo un pasto caldo, un letto dove dormire e un tetto dove ripararsi ma anche la possibilità di studiare.
Dopo queste tre date romane, dove proseguirà il musical?
Le prossime date sono in fase di programmazione. L’interesse è notevole da diverse parti e speriamo che possa crescere dopo la tre giorni che ci attende al Teatro Italia di Roma. Noi siamo molto soddisfatti di quanto fatto, avendo avuto, peraltro, la grande gioia di rappresentare lo spettacolo lo scorso gennaio alla presenza del decimo Successore di Don Bosco, don Angel Fernandez Artime, che, con immensa gioia, ci ha lodato per la rappresentazione.
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Dal 6 all’8 maggio al Teatro Italia a Roma
Don Bosco il Musical
Di Piero Castellacci
Regia: Marcello Cirillo
Aiuto regista: Daniela Danesi
Cast: Marcello Cirillo, Daniela Danesi, Federica Graziani, Enzo Storico, Enzo Storico, Alessandro Marino, Roberto Bartoletti, Francesco Stella, Alessia Calafiore, Francesca Talanas
Produzione: Tamara Vairani, Marcello Cirillo
Sito web: http://www.donboscoilmusical.net/
Cantando e ballando… assieme a Don Bosco
Torna in scena per tre serate il musical di Piero Castellacci, diretto e interpretato da Marcello Cirillo