La storica visita di Kirill e Francesco del 12 febbraio e la relativa firma della Dichiarazione congiunta sono stati due dei temi affrontati nel corso della riunione del 16 aprile, a San Pietroburgo, del Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Come si legge in una nota sul sito in rete del Dipartimento per le relazioni estere, ripresa da L’Osservatore Romano, la Dichiarazione comune firmata dal Papa e dal patriarca “contiene un appello alla comunità internazionale a prendere misure urgenti per porre fine al genocidio dei cristiani nel vicino Oriente, e a operare per la pace e la solidarietà in Ucraina”.
Il documento è stato quindi approvato dal Sinodo in quanto esso mette in evidenza “la necessità di una cooperazione per la difesa dei fondamenti cristiani della civiltà europea”, come i valori della famiglia tradizionale, il diritto alla vita e il rispetto della dignità umana. In particolare, il patriarcato di Mosca sottolinea l’importanza di alcuni punti del documento congiunto, come il richiamo ad “agire urgentemente per prevenire l’ulteriore espulsione dei cristiani dal Medio Oriente” e a compiere “ogni sforzo possibile per porre fine al terrorismo con l’aiuto di azioni comuni, congiunte e coordinate”.
Dopo aver espresso soddisfazione per la generale accoglienza ricevuta dall’appello, nella speranza di “un ulteriore consolidamento delle forze che lottano contro il terrorismo internazionale”, i metropoliti ortodossi russi hanno condiviso l’inquietudine contenuta nel documento firmato all’Avana “per la situazione in tanti Paesi in cui i cristiani si scontrano sempre più frequentemente con una restrizione della libertà religiosa, del diritto di testimoniare le proprie convinzioni e la possibilità di vivere conformemente a esse”.
Stessa preoccupazione anche per “l’attuale limitazione dei diritti dei cristiani, se non addirittura la loro discriminazione, quando alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica”.
Nella riunione di San Pietroburgo, è intervenuto pure lo stesso patriarca Kirill che ha riferito i risultati della sua visita pastorale in America Latina, svoltasi dall’11 al 22 febbraio, in concomitanza con il 45° anniversario dell’apertura della parrocchia della Chiesa russa all’Avana e con il 70° anniversario dell’erezione della diocesi di Argentina e America latina del patriarcato di Mosca. Nel corso del viaggio, il primate ortodosso ha visitato Cuba, dove appunto si è svolto l’incontro con Papa Francesco, poi il Paraguay, il Brasile e la stazione Bellingshausen sull’isola di Waterloo, in Antartide.
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Papa-Kirill. Sinodo ortodosso russo approva la Dichiarazione congiunta
Plauso dei metropoliti ortodossi russi per i punti affrontati dal documento, come la difesa di famiglia, vita e dignità umana e il richiamo ad un’azione urgente per i cristiani in Medio Oriente