“Caritas Benin” accorre in aiuto dei togolesi che fuggono dal loro Paese

Per sottrarsi al clima di violenza instauratosi dopo le elezioni presidenziali del 24 aprile

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LOME’, mercoledì, 4 maggio 2005 (ZENIT.org).- Circa 17.000 persone stanno fuggendo dal Togo verso il Benin e il Ghana a causa del clima di violenza e di scontri in cui il Paese è precipitato in seguito alle contestate elezioni presidenziali del 24 aprile scorso.

“La Caritas Benin si è subito attivata e sta distribuendo cibo”, ha reso noto un comunicato di “Caritas Italiana”.

“I gruppi parrocchiali della Caritas della diocesi di Lokossa stanno portando il loro aiuto alle famiglie di rifugiati e le altre parrocchie sono pronte a distribuire viveri e generi di prima necessità. Molti rifugiati sono stati accolti nella parrocchia di Hillacondji e i feriti sono stati trasportati all’ospedale di Comé e nei centri sanitari circostanti”, si legge.

Per assistere 10.000 rifugiati nei prossimi tre mesi è prevista una spesa di circa 110.000 euro, che permetterà di fornire ad ognuno razioni mensili di generi alimentari fondamentali come riso e zucchero.

Verranno inoltre distribuiti “piatti, pentole, bicchieri, stuoie e si potranno dotare le strutture di accoglienza con adeguati servizi igienico-sanitari”.

“La rete internazionale Caritas si è subito attivata a sostegno della Caritas del Benin, diffondendo un appello di emergenza”, prosegue il comunicato.

La nota si conclude con “la speranza che, grazie anche agli sforzi della Unione Europea e dell’Unione Africana, si possano trovare al più presto strade per la risoluzione del conflitto e la ricerca di un accordo tra le parti in grado di consentire l’avvio di un processo democratico con regole chiare e condivise”.

Le elezioni presidenziali nel Togo hanno assegnato la vittoria al candidato filogovernativo, Faure Ñasingbe, dichiarato vincitore con il 60% delle preferenze.

L’opposizione ha subito denunciato irregolarità nelle votazioni. Conseguenza dell’annuncio sono stati proteste e scontri che hanno provocato circa un centinaio di morti.

Faure Ñasingbe è figlio del presidente Ñasingbe Eyadema, stroncato da un infarto il 5 febbraio scorso dopo aver governato il Paese in modo autoritario per 38 anni.

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ZENIT Staff

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