“Siamo venuti a Roma per invitare il Santo Padre in Pakistan e lui ha accettato”. Così il ministro federale per la navigazione del Pakistan, Kamran Michael, ha dichiarato ieri al fondatore dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia, il prof. Shahid Mobeen, durante un incontro informale in Vaticano in occasione del quinto anniversario dell’assassinio di Shahbaz Bhatti. Michael, unico ministro cristiano dell’attuale governo, è venuto a Roma assieme al ministro per gli Affari Religiosi, Sardar Muhammad Yousaf, appositamente per consegnare al Santo Padre una lettera di invito da parte del Primo Ministro del Pakistan Nawaz Sharif.
L’invito al Papa è avvenuto ieri durante l’udienza generale in Piazza San Pietro. Questo pomeriggio Michael e Yousaf incontreranno anche il Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, per ribadire l’invito e discutere di eventuali dettagli. La visita non è ancora certa, ma il probabile viaggio del Papa a settembre in India, per la canonizzazione di Madre Teresa, è stato visto dal governo pachistano come un’occasione preziosa. L’ultimo viaggio apostolico di un Pontefice in Pakistan è stato quello di Giovanni Paolo II nel 1981. Il Papa Santo si fermò soltanto un giorno nel paese.
Michael e Sardar hanno raccontato al prof. Mobeen la grande attesa in Pakistan per un possibile arrivo di Papa Francesco. «Il Premier Sharif stima molto il Pontefice e desidera fortemente riceverlo in patria». Un desiderio che si estende all’intera comunità pachistana. Bergoglio è infatti molto apprezzato anche dai musulmani, che in Pakistan rappresentano circa il 96% della popolazione.
“Siamo sicuri che il Papa potrà dare anche un importante contributo al dialogo interreligioso”. Un ambito, quello dei rapporti tra le fedi, nel quale il governo pachistano ha intenzione di investire maggiormente in futuro e per questo ha chiesto espressamente il contributo del prof. Mobeen, docente di Pensiero e religione islamici presso la Pontificia università Lateranense.
Come già avvenuto in Repubblica Centrafricana, la visita del Pontefice in Pakistan favorirebbe certamente un nuovo corso nel dialogo tra le religioni in un paese fortemente afflitto dal terrorismo e dal fondamentalismo islamico. La piccola minoranza cristiana – appena il 2% della popolazione – che affronta quotidianamente discriminazioni e persecuzioni soprattutto a causa della cosiddetta legge antiblasfemia, trarrebbe dalla visita del vescovo di Roma grande forza per continuare a testimoniare la propria fede nonostante le gravi difficoltà. “Per noi cristiani del Pakistan – ha detto Michael a Mobeen – sarebbe una vera e propria benedizione”.
Nell’occasione ieri a Roma il ministro cristiano ha ricordato assieme all’Associazione Pakistani Cristiani in Italia il ministro Shahbaz Bhatti. “Shahbaz era come un fratello per me – ha affermato il politico – Era un vero leader carismatico, votato alla causa di rendere il Pakistan un Paese in cui regnino pace e armonia. E noi continueremo sul cammino da lui iniziato”.