Oggi me n’è successa una delle belle!
Roberta, mamma da un anno circa, viene a trovarmi con il marito e con il frugoletto ormai ai suoi primi passi barcollanti, ma autentici capolavori di vita.
Mi precisa subito, prima che ci mettiamo a far due chiacchiere, che il piccolo Jean è nato, per così dire, con la nutella in mano. Stravede appena la vede. Ovunque andiamo, i suoi occhi scrutano e sanno scovare nutella dappertutto.
Non sempre, ma appena il buon senso e la sua salute ce lo consentono, gliela mettiamo a disposizione. Allora lo vedi “lavorare” con mani e piedi attorno al dolce marroncino.
Due giorni fa, mi precisa Roberta, distratta dall’eccessiva attenzione alla pentola, lo trovo con la faccia “imbrattata” da un orecchio all’altro. Mi è venuta la malsana idea di insegnargli non solo a come non imbrattarsi, ma –peggio che peggio – a come imparare a pulirsi subito da solo.
Ero convinta che, diligente com’è, la lezione sarebbe andata a buon fine. Ma l’impegno esagerato del bambino lo induceva a moltiplicare gesti inconsulti di autopulizia. Le mani, il viso e perfino il fazzolettino impiastricciato estendevano in tutte le parti del corpo il marroncino della nutella.
Non chiederò mai più a un bambino così piccolo di autopulirsi… Da solo non può vedere e non sa fare nulla. E’ la mamma la sua continua pulizia.
Dio non ti chiederà mai l’autoperfezionismo, ma sarà sempre la sua misericordia a “precedere” la richiesta fiduciosa di ogni tuo sguardo.
Ciao da p. Andrea
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Figlio diligentissimo
La misericordia di Dio “precede” sempre la richiesta fiduciosa di ogni tuo sguardo.