Martello del giudice

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Nozze gay: in Alabama un giudice sfida la Corte suprema

Il presidente del massimo tribunale dell’Alabama ha emesso una sentenza con la quale vieta licenze di matrimonio a coppie dello stesso sesso

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“I Tribunali degli Stati Uniti non hanno il potere o l’autorità per ridefinire il matrimonio”. Con queste parole nel febbraio scorso, in un’intervista alla Nbc, il presidente della Corte suprema dell’Alabama, Ray Moore, fece capire quali sarebbero state le sue intenzioni anche laddove la Corte suprema americana avesse dovuto sentenziare a favore delle nozze tra persone dello stesso sesso.
Sentenza che è poi arrivata, tra gli osanna del mondo progressista, nel giugno successivo. Con cinque voti a favore e quattro contrari, il massimo tribunale degli Stati Uniti ha stabilito che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche alle coppie omosessuali.
Già poche ore dopo, diverse coppie si sono precipitate presso i propri distretti di residenza per registrare la loro unione. Tra sorrisi, lustrini e flash fotografici, la contrarietà di qualche giudice ha però iniziato ad inceppare la pellicola di questo film a base di stucchevole sentimentalismo (il presidente Barack Obama ha commentato la sentenza della Corte suprema con un lacrimevole tweet: “L’amore vince”).
Gli occhi ruggenti di Ray Moore hanno scandagliato gli articoli della Costituzione americana, si sono poi alzati verso i giudici dell’Alabama con aria di sfida. A quel punto, il presidente della Corte suprema ha imposto a costoro di non rilasciare licenze di matrimonio a coppie formate tra persone dello stesso sesso, giacché così si viola la Costituzione americana. Lo ha fatto questo mese con una sentenza che Oltreoceano sta facendo discutere.
Moore si è detto pronto a difendere il matrimonio naturale e la famiglia, anche a costo di attirare su di sé le ire delle organizzazioni lgbt. Un gruppo di difesa legale che fa riferimento alla galassia omosessuale, ha prontamente denunciato il presidente della Corte dell’Alabama per “cattiva condotta giudiziaria”.
Non sarebbe la prima volta che Moore viene rimosso dal suo incarico. È già accaduto nel 2003, quando gli fu contestato di aver fatto erigere un monumento ai Dieci comandamenti presso il Tribunale di Stato dell’Alabama ignorando un’indicazione contraria della Corte suprema. Nel 2012 Moore è stato tuttavia eletto nuovamente.
Questo precedente non sembra preoccuparlo. Moore ricorda che un divieto di celebrare unioni omosessuali in Alabama era già stato deciso con una sentenza del marzo 2015, quindi prima che arrivasse la decisione della Corte suprema a giugno. “Fino a che non verrà adottata una nuova decisione della Corte Suprema dell’Alabama, i giudici di famiglia dell’Alabama hanno il dovere ministeriale di non rilasciare alcuna licenza di matrimonio contro l’emendamento sulla legge di protezione del matrimonio, che resta in vigore a tutti gli effetti”, ha ribadito Moore.
Il quale ha maturato la sua decisione in ragione di un ricorso presentato dall’associazione pro-famiglia Liberty Counsel, la quale ha chiesto ai giudici di non concedere certificati di matrimonio a coppie omosessuali, perché in questo modo andrebbero contro il “bene comune”.

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Federico Cenci

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