CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 29 luglio 2008 (ZENIT.org).- Caritas Internationalis si unirà dal 3 all’8 agosto a circa 25.000 partecipanti, tra cui esperti e decision-makers di fama mondiale, per la XVII Conferenza Internazionale sull’Aids a Città del Messico.
Il tema di quest’anno è “Azione Universale Ora” e si concentrerà sulla necessità di assicurare entro il 2010 l’accesso universale alla prevenzione dell’Hiv e alla cura e al sostegno per le persone affette da Hiv e Aids.
Monsignor Robert J. Vitillo, consulente speciale sull’Hiv di Caritas Internationalis, parteciperà alla Conferenza e afferma che si tratterà di un’occasione importante per condividere quante più novità ed esperienze possibile. Una delle sfide che affronta la Caritas, osserva, è l'”ignoranza” di ciò che la Chiesa cattolica sta facendo per combattere l’Aids.
“Dobbiamo imparare meglio come far brillare la nostra luce e non nasconderla sotto il moggio”, ha dichiarato.
Negli ultimi vent’anni, ricorda, Caritas Internationalis ha offerto leadership e informazioni su Hiv e Aids. Ha sostenuto sia con le Nazioni Unite che con altri decision-makers nazionali e internazionali l’opposizione allo stigma e alla discriminazione legati all’Aids e ha promosso l’accesso alle cure per tutti.
“Per la nostra motivazione e le nostre radici nell’insegnamento cattolico”, ha osservato, “la Caritas non è solo professionalmente competente, ma anche interessata all’intera persona; cerchiamo di aiutare ognuno a realizzare la dignità che gli è stata donata da Dio. Ciò richiede attenzione alle necessità fisiche, emotive, sociali e pastorali”.
Il 5 agosto Caritas Internationalis, Caritas Messico, la Rete Cattolica Hiv/Aids e la Comunità gesuita in Messico ospiteranno delegati delle organizzazioni cattoliche per una serata di preghiera e discussione.
Nel frattempo la Ecumenical Advocacy Alliance, con sede a Ginevra (Svizzera), ha organizzato un laboratorio di tre giorni che precede la Conferenza e riunirà più di 450 rappresentanti di gruppi basati sulla fede per discutere su come le religioni possano fare di più per rispondere alla pandemia dell’Aids.
Monsignor Vitillo afferma che il finanziamento è una sfida di primo piano, visto che solo una piccola percentuale dei fondi promessi va alle organizzazioni basate sulla fede. Parte del lavoro di Caritas Internationalis, sostiene, è stato proprio ottenere un finanziamento più equo per le organizzazioni collegate alla Chiesa che forniscono un’ampia proporzione di cure alle persone affette da Hiv e Aids.