Radicalità cristiana

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nel Vangelo che la Chiesa ci propone oggi, vediamo come Gesù manda in missione gli Apostoli. Nel testo distinguiamo due parti. La prima descrive come deve essere l’apostolo: deve annunciare in compagnia di un altro, non portare pane, sacca, denaro, un’altra tunica. Deve mettere, invece, i sandali ai piedi. La seconda parte ricorda ai discepoli ciò che devono fare: rimanere nella casa che ha dato loro accoglienza – o altrimenti andar via scuotendo la polvere dai sandali – poi invitare alla conversione, scacciare i demoni nel nome di Gesù, ungere e guarire i malati. 

Meditazione

Gesù manda in missione i suoi discepoli. Ma non erano gli unici in quell’epoca. C’erano altri gruppi che andavano vestiti in modo povero e predicavano nei villaggi. Le indicazioni di Gesù superano per la loro radicalità questi gruppi. Gli apostoli non erano quindi un gruppo “tra gli altri”, ma si distinguevano fin da subito. Si distinguevano per la serietà con cui affrontavano la missione. Non solo esteriormente, ma soprattutto per la radicalità con cui predicavano: o la gente li accoglieva, o “scuotevano la polvere dai loro sandali”. Quest’ultimo era un segno che indicava la colpevolezza di quella gente, che non li aveva accolti. Il Cristianesimo non è una religione fra le altre. Essa si contraddistingue radicalmente dalle altre per la serietà della sua impegnativa proposta. Gesù, infatti, non chiede di “combattere” chi non crede, o di scacciare i missionari di altre fedi. I suoi missionari portano la fede nei villaggi, nelle case. Questa missione consta di tre elementi: la predica, il combattimento contro il male – affrontandolo direttamente – e l’attenzione alla cura del malato. Missionari sono due uomini: ed è questo il minimo necessario per rendere valida la testimonianza ai fini della legge dell’epoca. Oggi possiamo essere sicuri della testimonianza della fede nel momento in cui chi testimonia lo fa nell’ambito della fede della Chiesa. Chiesa che è testimone per elezione della fede. Una volta che la fede è portata nel cuore del singolo, nella sua vita, nella sua abitazione, essa va accolta. Quando si incontra chi si rifiuta, chi si chiude, il missionario non insisterà, ma segnerà in modo negativo quel posto. Un Vangelo forte, radicale, troppo duro, ci sembra. Non sono possibili, mezze misure: né da parte di chi testimonia la fede, né in chi l’accoglie. E noi siamo tutti e due: abbiamo bisogno di conversione tutti i giorni, abbiamo bisogno di accogliere la fede sempre più profondamente, e, al contempo siamo testimoni della fede per altri. 

Preghiera

Signore, apri il mio cuore alle parole e ai gesti di chi mi vuole rendere un vero cristiano. Donami la forza di non chiudere la porta, ma di accoglierti! 

Agire

La mia testimonianza di fede mira all’essenziale o mi perdo in cose secondarie? 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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