È l’abbraccio tra Francesco e Benedetto l’immagine più significativa del Concistoro iniziato oggi in Basilica Vaticana per la creazione di 19 nuovi cardinali. La presenza del Papa emerito è stata annunciata dal neo eletto Parolin prima dell’inizio della cerimonia, suscitando un scroscio di applausi all’interno della Basilica. Ratzinger, pacato, con il cappotto bianco, si è seduto poi al fianco dei porporati tenendo in mano il libretto della cerimonia. Si è alzato solo all’arrivo di Francesco e, tolto lo zucchetto, ha stretto il successore in un abbraccio fraterno, che ha commosso ognuno dei presenti, inclusi i fotografi.
Come annunciato nei giorni scorsi, tra i neo cardinali è solo assente mons. Loris Francesco Capovilla, il più anziano tra i neo porporati (98 anni), storico segretario particolare di Giovanni XXIII, che riceverà la porpora da un Delegato pontificio nei prossimi giorni a Sotto il Monte, paese natale di Roncalli, e luogo di residenza del cardinale.
La cerimonia prende poi il via con il saluto del Segretario di Stato, il quale “con animo commosso e trepido” fa risuonare il suo “grazie” a Papa Francesco, a nome di tutto il Collegio Cardinalizio, “per la grande fiducia manifestata nei nostri confronti!”.
Una fiducia – afferma – “che sapremo rispondere, con fedeltà, generosità e perseveranza alla chiamata contenuta nel simbolo della porpora ed esplicitata dall’esortazione che accompagna l’imposizione della berretta, ad essere pronti a comportarci con fortezza usque ad sanguinis effusionem per l’incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa”.
Il Segretario di Stato ricorda poi il cammino vocazionale svolto, durante il quale – dice – “abbiamo ricevuto la grazia di capire che essere discepoli di Gesù è imbarcarci in una avventura di santità e di amore, la cui misura è quella di non avere misura e che può esigere anche il dono della vita”, come “è avvenuto e avviene per tanti cristiani nel mondo”. “Oggi – aggiunge – in un certo senso, ratifichiamo in modo pubblico e solenne questa opzione”.
Parolin ricorda quindi che “l’essere Cardinali ci abilita ad una missione e ad un servizio ecclesiali ancora più carichi di responsabilità e richiede una volontà sempre maggiore di assumere lo stile del Figlio di Dio”. Rievoca le parole di Papa Benedetto: “È è su quel legno che il chicco di frumento, lasciato cadere dal Padre sul campo del mondo, muore per diventare frutto maturo”. Un’immagine richiamata anche da Bergoglio “nella bella e affettuosa lettera” inviata dopo l’annuncio della nomina.
La seconda parola del cardinale Parolin è poi “eccomi”. Una espressione di cui “sono piene le pagine della Bibbia, perché è risuonata sulle labbra di tutti coloro che hanno accolto la chiamata di Dio”. “Pure noi la pronunciamo oggi”, dice Parolin: “Eccoci, dunque, Santo Padre, per assumere quel compito che l’inserimento nel Collegio Cardinalizio significa e comporta, di essere cioè Suoi speciali collaboratori, uniti più strettamente alla Chiesa di Roma e a Colui che ‘presiede nella carità’”.
“Eccoci – aggiunge, ricordando l’omelia di Francesco con i cardinali nella Cappella Sistina, il giorno dopo la sua elezione – per camminare, edificare e confessare”, con il coraggio “di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso”.