Siria: Palmira nelle mani dell'Isis. Distrutti monumenti patrimonio dell'Unesco

I combattimenti andati avanti per tutta la notte: uccisi centinaia di uomini delle forze filogovernative, mentre i jihadisti pubblicavano su Internet immagini della strage 

Share this Entry

Dopo giorni di combattimenti in Siria, l’Isis ha conquistato anche Palmira, città sede di un antico sito archeologico patrimonio dell’Unesco, ormai sotto il totale controllo dei miliziani che hanno imposto anche il coprifuoco. Fonti locali riferiscono che la battaglia per il controllo della città – strategica perché distante 200 km da Damasco – è andata avanti per tutta la notte e che negli scontri sono morti oltre 100 militari governativi e miliziani lealisti mentre fuggivano. 

Sostenitori dello Stato Islamico hanno pubblicato su alcuni profili Twitter le foto dei cadaveri dei militari di Bashar Assad e di civili legati e decapitati. L’autenticità delle immagini, tuttavia, non è stata ancora verificata. Le immagini dell’entrata dei miliziani nel sito archeologico sono state mostrate invece dalla televisione di Stato siriana e postate sugli account dei social media pro Isis. 

Alla tragedia umanitaria se ne aggiunge poi un’altra culturale, dal momento che – come confermato dall’Unesco – alcuni monumenti dell’antica città siriana sono stati distrutti dalle bombe. “Sappiamo già che ci sono state delle distruzioni, ci sono delle colonne che sono cadute. C’è stato un bombardamento”, ha dichiarato la direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova. “Palmira è uno straordinario Patrimonio mondiale e un’eventuale distruzione sarebbe non solo un crimine di guerra ma un’enorme perdita per l’umanità”, ha aggiunto, sottolineando che l’antica città “è la culla della civilizzazione. Appartiene all’umanità intera e credo che ognuno dovrebbe preoccuparsi per ciò che sta accadendo”. 

Intanto, in Iraq, dopo la caduta di Ramadi per mano dei jihadisti, l’amministrazione statunitense ha annunciato l’invio di missili a sostegno delle forze armate di Baghdad. 

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione