Alessio II: “Apprestiamoci a vivere la santissima vita di Cristo”

Messaggio del Patriarca di Mosca in occasione del Natale ortodosso

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CITTA’ DEL VATICANO, 7 gennaio 2004 (ZENIT.org).- Di seguito pubblichiamo per intero il messaggio inviato il 6 gennaio di quest’anno da Alessio II, Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie agli arcipastori, pastori, monastici e a tutti i bambini della Chiesa Ortodossa Russa in occasione del Natale ortodosso.

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Il Cielo e la Terra quest’oggi si sono congiunti per dare alla luce Cristo:
Quest’oggi Dio è disceso sulla terra e l’uomo è salito ai cieli
Verso per la Litiya in occasione della
Festa della Nascita di Cristo.

A voi arcipastori adorati in Cristo Vostra Grazia, a voi ministri della Chiesa tanto amati da Dio, a voi onorevolissimi monaci e suore, e a voi cari fratelli e sorelle!

Nella sua enorme grazia il Signore ci ha nuovamente concesso la gioia della celebrazione della Natività del Cristo. La nostra Chiesa gioisce nel Divino Bambino Gesù, – e si rallegra con il mondo angelico, con la Chiesa celeste, dove le sante gerarchie e i venerabili monaci così come i martiri e i giusti lodano gloria al Figlio di Dio che si è fatto carne.

Grande e adorato è il mistero dell’incarnazione divina. Silenziosamente e con umiltà il Dio-uomo è giunto nel nostro mondo peccatore, e con la Sua Venuta lo ha cambiato per sempre. L’amore divino che ci è stato rivelato nella Sua carne, salendo sulla croce, ci ha ammesso alla pienezza della trasfigurazione e della salvezza della umanità. “Vedo il Bambino, e conosco Dio”, afferma San Cirillo di Alessandria, “Il Bambino che sugge il latte e nutre il mondo intero. Il Bambino che piange e dona al mondo la vita e la gioia. Il Bambino che avvolto nelle fasce mi scioglie dal vincolo del peccato. Il Bambino che è nell’abbraccio materno e che si è fatto realmente carne e una sola cosa con il mondo, il Solo che è nel cuore del Padre e che è veramente una sola cosa con il regno dei cieli”.

La stella di Betlemme ha brillato dinanzi all’umanità per più di duemila anni. Essa ha mostrato a molte nazioni la via per giungere a Cristo. Dieci secoli fa anche i nostri antenati hanno seguito questo sentiero, affidando il destino della Russia nelle mani di Dio. Abbiate Fede nel Signore Che “si è incarnato attraverso lo Spirito Santo divenendo uomo”, e così facendo ha posto per sempre le fondamenta delle vite di milioni di persone che abitano la nostra patria e sono parte della nostra tradizione spirituale.

La festa odierna accende in noi con rinnovato vigore la fede, la speranza e la carità. Dio si è fatto realmente carne “poichè grande infatti è il mistero della nostra religione (1 Tiomoteo 3:16), rivelandoci la strada che conduce alla Vita Eterna, e al trionfo della giustizia e del bene. L’incarnazione di Dio è il Suo grande dono verso l’umanità: nell’accogliere Cristo, la razza umana partecipa della Sua grazia, della Sua forza, della Sua gloria, della Sua verità e amore.

Nell’essere rinato in Cristo, dice San Tikhon, Patriarca di Tutte le Russie, “la persona umana, dall’essere il prodotto della collera divina, diviene l’amata prole di Dio”. Rendiamo grazie allora a Dio per la pietà dimostrataci, per l’incessante miracolo della salvezza, per il fatto che persino oggi siamo guidati dalla stella di Betlemme lungo i sentieri del mondo orlati di spine che conducono al Regno eterno di Dio.

Fratelli e sorelle tanto cari al nostro Signore! L’anno che si sta per concludere, ci ha recato molti avvenimenti pieni di gioia. La Chiesa e la società hanno caratterizzato il 700° anniversario della scomparsa del Santo e Credente Principe Daniele di Mosca. Hanno avuto luogo le festività religiose legate al 300° anniversario della fondazione di San Pietroburgo. Con grande incoraggiamento morale abbiamo celebrato il 100° anno di giubileo della glorificazione di San Serafino di Sarov. Le festività tenutesi a Sarov e a Diveyevo, che io ho presieduto, verranno ricordate per sempre per il flusso dei pellegrini come non si era mai avuto in precedenza, per le delegazioni provenienti da tutte le Chiese Ortodosse locali, la partecipazione del presidente russo e di molti altri personaggi della vita pubblica e politica. Come già accadeva un centinaio di anni fa, le festività di Sarov hanno unito insieme la Chiesa, la gente e le autorità statali.

Credo che attraverso le preghiere del costruttore di Mosca, il Principe Daniele dalla retta fede e della guida spirituale di Tutte le Russie, San Serafino, possiamo continuare instancabilmente nel nostro cammino di fede.

Gli abitanti di molte città della Russia, dell’Ucraina e della Bielorussia hanno potuto venerare le sacre reliquie di Sant’Andrea il Primo Apostolo, che sono state trasferite dal Sacro Monte Athos.
Ed è con gioia che i marinai le hanno accolte, venerando il primo discepolo di Cristo come il protettore celeste della Marina Militare. Nell’85° anniversario del criminale omicidio di quei membri della famiglia imperiale che hanno sofferto la passione (persone che hanno accettato la loro morte imminente con carità cristiana, in particolare la famiglia dello Zar Nicola II canonizzata nel 2000 ndr) una chiesa nello Yekaterinburg è stata consacrata “nel sangue”. Nel settembre dello scorso anno il Signore ha ritenuto che io dovessi recarmi in visita in Estonia, una terra vicina al mio cuore, dove io sono nato, e sono cresciuto nella fede e nel servizio verso la Chiesa, e dove per parecchi anni ho ricoperto il ruolo di vescovo.

La Chiesa sta vivendo il tempo gioioso della rinascita. Si procede alla costruzione e alla restaurazione di chiese e monasteri. Sempre più bambini ed adulti si avvicinano alle verità della fede. I missionari ortodossi vanno incontro a quelle persone che vivono al di là dei confini delle strutture ecclesiastiche, arrivando fino ai più distanti angoli della terra. Si compiono atti di carità e di pietà. I valori morali cristiani incominciano a produrre un notevole effetto sulla vita della società, grazie agli sforzi di milioni di persone. Alleanze fra la Chiesa, Governo e le diverse organizzazioni pubbliche sono state poste su basi solide. Continuiamo ad avere un difficile quanto fecondo dialogo con i cristiani di fede non ortodossa, e con i membri di altre religioni e convinzioni.

E ancora allo stesso tempo la vita ci riserva delle sofferenze. In molti luoghi nel mondo, inclusa la nostra stessa terra, è stato versato molto sangue nello scorso anno e il male del terrorismo ha toccato anche il mio gregge. I nemici della Chiesa Ortodossa hanno gettato bestemmia su di essa e hanno recato umiliazione nei suoi luoghi sacri.

Tuttavia allo stesso tempo ho provato gioia nel vedere con quanta dignità i nostri vescovi, i nostri pastori, così come i nostri laici hanno affrontato le sfide poste da questi tempi segnati dalla malvagità. Ricordiamoci sempre che niente e nessuno può allontanarci se noi siamo forti nella nostra fede e ci abbandoniamo al volere di Dio.

Miei Adorati! Sant’ Innocenzo di Khersones ha detto che al fine di prepararci degnamente ad incontrare il Cristo Salvatore che presto nascerà, “è necessario che noi ci uniamo in lui con tutto il nostro essere, che gli permettiamo di soffrire nei nostri cuori e nelle nostre menti, e che ci apprestiamo a vivere la Sua santissima vita”! La fede dovrebbe diventare il centro della nostra esistenza.

La grazia di Dio, che ci è stata donata nella vera Chiesa, è la principale sorgente di forza nella battaglia spirituale che ci oppone al peccato e al vizio e che, stando a quanto afferma Sant’Innocenzo, “richiede energia, coraggio e pazienza”. Illuminati dallo Spirito di Cristo, a noi è data la possibilità di trasformare il mondo che ci circonda. Possano le nostre preghiere, le nostre parole così come le nostre azioni contribuire alla rinascita spirituale delle nazioni, e farsi portatrici di pace e gioia presso tutti i popoli che vengono in contatto con noi.

Proclamiamo insieme la verità di Cristo tanto a coloro che ci son
o vicini quanto a coloro che ci sono lontani. Osserviamo insieme il precetto di San Pietro “di farci l’uno servo dell’altro, perchè ognuno ha ricevuto un dono, e di sfruttarlo per il bene dell’uno e dell’altro, facendoci buoni amministratori della ricca grazia divina” (1 Pietro 4:10).

Ora mentre ci troviamo ad avvicinarci al capodanno del 2004, preghiamo che l’anno a venire frutto dell’atto di carità di Dio possa essere pacifico, creativo e fruttuoso per la Santa Chiesa di Cristo, la nostra terra natale e per ognuno di noi.Dal profondo del mo cuore porgo ad ognuno di voi, miei adorati, gli auguri per una grandiosa festa in vista della Nascita di Cristo.

Possa il signore donarci una gioia perfetta, e stendere su di noi la benedizione della pace, della salute, del benessere e del suo onnipotente aiuto. Per dirla con San Basilio il Grande, “Venite, preghiamo insieme ai Magi, rendiamo gloria insieme ai pastori e gioiamo tutti insieme con gli angeli”. Amen

[La traduzione dall’originale in inglese è stata realizzata da Zenit]

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ZENIT Staff

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