Centinaia di giovani, tra dame e barellieri, hanno assistito malati provenienti da tutta la Sicilia, al pellegrinaggio dell’Unitalsi che si è svolto al santuario di Siracusa. Un appuntamento durato tre giorni, che si rinnova ogni anno, grazie all’accoglienza nella Casa del pellegrino, di fronte al santuario, dove i malati sono stati alloggiati e le dame unitalsiane hanno svolto a turno servizio di assistenza.
L’apice del pellegrinaggio si è avuto con la celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo, che ha ringraziato l’Unitalsi per il servizio che rivolge ai malati con devozione e amore.
Una gratitudine espressa anche dall’assistente spirituale Unitalsi della Sicilia, l’ennese monsignor Vincenzo Murgano (che è anche presidente del Tribunale ecclesiastico regionale siciliano), che ha presieduto tutte le celebrazioni e la processione con il Santissimo Sacramento. “Essere assistente spirituale della sezione è un incarico ricevuto per nomina dai vescovi, è un servizio di cura delle anime: un sacerdote a servizio dei bisogni della sezione per garantirne l’ecclesialità”, ha dichiarato monsignor Murgano.
“Il pellegrinaggio a Siracusa è stato una volta ancora un’esperienza di grazia e di luce. Ogni pellegrinaggio è una storia d’incontro, dove i pellegrini attratti dalle lacrime di Maria (come tutti coloro che hanno partecipato al pellegrinaggio dell’Unitalsi), hanno avuto modo di vivere in esperienza di grazia. Di certo sono momenti che aiutano a vivere e a crescere nella vita di fede, arricchendo tutti coloro che di riflesso sono toccati dalla grazia di Dio”, ha proseguito Murgano.
“La presenza dell’arcivescovo di Siracusa è sempre un gesto di attenzione, di delicatezza e di carità pastorale nei confronti del pellegrinaggio dell’Unitalsi. Inoltre nelle lacrime di Maria leggiamo il monito alla conversione: la Madre piange per la nostra tiepidezza, per i nostri peccati. Maria ci ricorda l’appello a Cana di Gallilea: ‘fate quello che lui vi dirà’”, ha detto invece la presidente Unitalsi della Sicilia orientale, Marisa Martella.
“Nei miei 48 anni di servizio con l’Unitalsi – ha dichiarato la Martella – ho avuto modo di constatare la gioia del servizio verso gli altri, un modo profetico ed evangelico di vedere come Gesù è nei piccoli e negli ultimi. Io ho ricevuto cento volte tanto. Ogni giorno della mia vita vedo i frutti del bene che illuminano il mio cammino. Il senso del nostro servizio lo ritroviamo nella gioia che proviamo gli uni verso gli altri”.
“Il pellegrinaggio di settembre a Lourdes – prosegue la presidente – è stato un lungo cammino, fatto soprattutto di ansie e preoccupazioni a causa dell’alluvione che si è abbattuta in Francia e del ritardo cagionato al nostro treno bianco. Eppure le dame e tutto il personale si sono adoperati al meglio per alleviare la fatica ai malati. Il momento più commovente è stato proprio quando un nostro malato, Rocco, sceso a Messina si è sciolto in lacrime. Io preoccupata gli ho chiesto scusa per le attese e per la sofferenza del disagio creatosi in Francia ma lui candidamente mi ha risposto: “Piango perché sto tornando a casa!”.
“Di certo la stessa emozione – ha concluso la Martella – la proviamo ogni anno a Siracusa, misurandoci con una realtà a noi vicina, fatta anche di tante situazioni difficili, eppure leggiamo sempre nelle lacrime di Maria lo stesso amore che vi leggeva Giovanni Paolo II. Mi commuovo nel vedere le giovani leve e gli adulti che chiedono di entrare nell’Unitalsi.
Cerco, comunque, di dosare sempre il grande fiume d’amore e d’esperienza con prudenza e dolcezza affinché nessuno resti turbato ma possa fare pian piano l’esperienza del servizio gratuito ai malati”.