Combattere il terrorismo, con azioni militari ma anche attraverso l’educazione e la cultura. È quanto auspica il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, dopo la Messa di domenica nella cattedrale di Cristo Salvatore a Kaliningrad. Secondo ciò che riferisce l’agenzia Interfax-religion, Kirill ha dichiarato: “Il mondo è ora di fronte a una differente ossessione, una follia diversa, che noi chiamiamo il terrorismo”.
Ha poi sottolineato che le stragi di Parigi dimostrano che “l’ossessione di alcune persone di raggiungere obiettivi politici a tutti i costi, anche massacrando persone innocenti”. Il Patriarca ritiene che “la lotta al terrorismo non dovrebbe essere solo militare”. Egli è dell’opinione che oltre ai servizi speciali, deve intervenire per “superare questa terribile disgrazia attuale” anche la “gente comune” per mezzo di “istruzione, cultura e forse soprattutto, attraverso la preghiera e l’accrescimento della propria fede”.
A tal proposito, Kirill ha osservato che “ogni cosa è collegata all’altra”, pertanto “la rimozione di Dio dal nostro mondo, la distruzione di luoghi santi e di ideali, l’ossessione da parte di spiriti oscuri, tutte queste sono cose collegate da una catena orribile”.
Il Patriarca ortodosso definisce allora il terrorismo “una diagnosi, e non di popoli e Paesi specifici, ma dell’intera civiltà umana”. L’appello di Kirill è alla preghiera universale “in diverse lingue, con mezzi diversi e anche attraverso diverse tradizioni religiose”, in modo che Dio “possa avere pietà del genere umano e liberarci dall’orribile prigionia dell’ossessione”. Il Patriarca ha ricordato l’esempio del popolo russo, “passato attraverso epoche orribili di ossessione”, ma che è oggi cresciuto nella fede, “diventato più forte spiritualmente, nella fede e nello spirito”.