Lettura
Dopo l’ammalato, il peccatore. Questo peccatore è un noto e rispettato cittadino di Gerico. È il capo dei pubblicani. Quando i Romani conquistavano una nuova città imponevano le imposte per rimpinguare le casse dello stato. Le tasse venivano raccolte da persone del posto che dovevano pensare anche ai propri guadagni. Esse sono sempre esistite e la gente, ieri come oggi, non le paga con entusiasmo. Secondo la concezione giudaica, i pubblicani erano necessariamente peccatori sia perché erano costretti ad avere rapporti continui con i pagani e sia perché finanziariamente tenevano sotto pressione gli appaltatori e, per mezzo loro, il popolo.
Meditazione
Zacchèo vuol vedere Gesù. È pronto a dare ai poveri la metà dei suoi beni e a riparare, restituendo il quadruplo, la frode commessa. Non è soddisfatto di sé e della sua vita, della sua posizione sociale e del suo successo. Il denaro può riempire le tasche, ma non il cuore. Zacchèo è in un’età in cui le illusioni scolorano e l’eterno si annuncia all’uomo. Il Signore trova per lui il giusto sguardo e la giusta parola. Gesù, infatti, non dà peso al giudizio degli uomini. Il suo giudizio non è influenzato dalla folla. Dalla massa del popolo sceglie proprio Zacchèo. E non ha per lui solo un minuto di tempo per una breve parola e un rapido incontro, ma gli fa l’onore di andare a casa sua e di passarvi la notte. Egli sa che agli occhi dei pii questo comportamento è uno scandalo e soprattutto sa che è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto. Così anche in quest’ultimo grande viaggio a Gerusalemme, il Signore pensa ai perduti. Non pensa a sé, ma agli altri. Egli attira con la sua parola gli uomini pronti e ben disposti ad accoglierlo. Gesù sa molto bene chi è Zacchèo: un pubblicano arricchito con i soldi estorti al popolo. Tuttavia non lo disprezza e nemmeno lo rimprovera, anzi si rivolge a lui con un simpatico gesto di amicizia: vuole andare a casa sua. La gente mormora scandalizzata, ma il piccolo Zacchèo si impegna a restituire il quadruplo a chi ha defraudato. È la conversione piena. Dio, nella sua infinita misericordia, non si accontenta di convertire gli uomini e di perdonarli, ma offre loro la sua amicizia e li invita alla comunione con sé.
Preghiera
«O Signore Gesù Cristo, che sei venuto in questo mondo a cercare e salvare ciò che era perduto, se io, uomo, non mi fossi perduto, tu, Figlio dell’Uomo, non saresti venuto; ma, essendomi perduto io uomo, sei venuto tu Dio e uomo, ed io uomo fui ritrovato» (sant’Agostino).
Agire
Sull’esempio di Zacchèo, rivolgiamoci oggi al Signore chiedendogli la sua grazia perché possiamo convertirci, passare cioè da una vita contrassegnata dall’egoismo a una vita illuminata dall’amore.
Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it