Il Parlamento iracheno ha votato oggi una risoluzione che dispone la modifica della legge sull’islamizzazione dei minori, il testo giuridico, fortemente contestato dalle minoranze religiose irachene, che di fatto imponeva il passaggio automatico alla religione islamica dei minori quando anche uno solo dei due genitori si fosse convertito all’islam.
Il voto – informa Radio Vaticana – rappresenta una totale inversione d marcia rispetto agli orientamenti manifestati dalla stessa Assemblea rappresentativa soltanto lo scorso 27 ottobre, quando lo stesso Parlamento aveva respinto a larga maggioranza la proposta di modifica della legge avanzata dai rappresentanti cristiani, ma sostenuta da parlamentari appartenenti a schieramenti diversi.
In tale proposta, si chiedeva di aggiungere al paragrafo riguardante i minori della legge controversa una frase, allo scopo di affermare che nel caso di conversione all’islam di un genitore i minori rimanevano nella religione originaria di appartenenza fino ai 18 anni, per poi scegliere la religione in piena libertà di coscienza.
Un ruolo decisivo nella svolta lo ha avuto il Presidente del Parlamento iracheno, Salim al-Juburi, che ha recepito le istanze contro la legge espresse con forza dai membri delle comunità irachene non musulmane, a cominciare dalla Chiesa caldea. Al-Jouburi, nel suo intervento, aveva ribadito l’intenzione della presidenza del Parlamento di modificare la legge, per garantire ai membri delle comunità irachene non musulmane i dirinti di piena eguaglianza tra i cittadini che vengono tutelati dalla Costituzione.
Martedì scorso, 10 novembre, a Baghdad, una manifestazione di protesta contro i contenuti discriminatori presenti nella legge era stata convocata dal patriarca caldeo Louis Raphael I, presso la chiesa caldea di San Giorgio, e aveva visto la partecipazione massiccia di cristiani e di membri di altre comunità religiose irachene non musulmane.