Foglie senza frutti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 11,11-25

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Lettura

Il brano del Vangelo odierno ritrae Gesù nell’ultimo periodo del suo ministero a Gerusalemme. Matteo racconta la vicenda del fico sterile dopo l’episodio dei venditori cacciati dal tempio. Marco, invece, fa di questi due episodi quasi un racconto unico; infatti spezza in due la narrazione del fico sterile ponendo in mezzo l’episodio del tempio, creando così una unica e continua parabola in azione.

Meditazione

La duplice azione di Gesù nei confronti del fico e dei venditori nel tempio è molto strana. Soprattutto se si tiene presente che essa appare del tutto ingiustificata. È vero che il fico è pieno di foglie e privo di frutti, ma la ragione sta nel fatto che «non era quella la stagione dei fichi» (Mc 11,13). È vero che nel tempio ci sono i cambiavalute e i venditori di colombe, ma essi prestavano un servizio a coloro che intendevano donare denaro al tempio o acquistare le “offerte dei poveri” (colombe) da presentare al Signore. E i banchetti dei mercanti si trovavano nel “cortile dei gentili” e non all’interno del tempio. Perché dunque Gesù agisce in modo così strano e incomprensibile, come Geremìa (Ger 7,1-15) o altri antichi profeti (cfr. Is 1,10-20)? Perché Dio non sopporta più una religiosità di facciata! Israele è ormai un albero ricco di foglie ma povero di frutti, l’apparire ha preso il sopravvento sull’essere; la “casa di Dio” è divenuta una spelonca di ladri dove ognuno cerca di accaparrarsi una fetta di potere, barattando la fede con menzogne religiose e idolatriche. Gesù è deluso: si aspettava frutti ed ecco solo foglie, aveva fame ed ecco il vuoto di un albero che questa fame non riesce a soddisfare. Troppe volte svuotati di senso, inutili a noi e agli altri, scadiamo in un cristianesimo di facciata: un tempio bello, cerimonie solenni. Ma si tratta di liturgie che non santificano, di celebrazioni che non salvano, di foglie d’autunno: foglie morte! Così, trasformiamo la religione in un affare organizzativo, diventiamo i “manager” dell’azienda-chiesa; ci poniamo come barriera impediente per quei “lontani” che cercano Dio. E la casa di preghiera diventa un covo di ladri! Come uscire dalla sterilità e dall’aridità della vita? Quali frutti esige da noi Gesù, anche “fuori stagione”? Come superare chiusure e recinti del cuore? Come spezzare le barriere di un’infeconda autosufficienza? Secondo l’insegnamento di Gesù, si tratta di riscoprire la triplice dimensione del cristianesimo: fede, preghiera, conversione.

Preghiera

Signore Gesù, tu che con fermezza e chiarezza hai smascherato ipocrisie e falsità, aiutami a essere autentico, vero, sincero. Perdona la mia ricerca di apparenza e i miei gesti di amore senza amore. Accogli ora i miei proposti e l’offerta della mia buona volontà. Amen.

Agire

Oggi mi sforzerò di essere sincero e invocherò più volte il Signore perché converta il mio cuore.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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