Ancora un caso di violenze anti-cristiane in Egitto. Quattro giovani copti della provincia di Minya, nell’Alto Egitto, sono stati rapiti da uomini armati lungo la strada di campagna che stavano percorrendo per raggiungere l’antica chiesa dedicata alla Vergine Maria nel villaggio di Jabal al-Tair, presso la città di Salamut.
Lo riferiscono fonti egiziane consultate da Fides, tra cui il sito “CoptsToday”, il quale informa che le famiglie dei quattro ragazzi sono state contattate dai sequestratori che hanno chiesto un riscatto di 600mila lire egiziane (pari a quasi 70mila euro) per la loro liberazione.
Insieme ai rapiti, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, al momento del sequestro c’era anche un bambino di 5 anni, probabilmente figlio di uno di loro, che i sequestratori hanno lasciato sul luogo del rapimento per evitare che il suo pianto richiamasse l’attenzione.
Nell’Alto Egitto – sottolinea l’agenzia – il rapimento sistematico di persone appartenenti alla comunità cristiana copta ha assunto da tempo i tratti di un vero e proprio business criminale: secondo dati forniti ai media locali dal copto Mina Thabet, militante dell’Unione giovanile Maspero e fondatore del Partito d’iniziativa popolare, nel solo Governatorato di Minya la somma complessiva di denaro versata per pagare il riscatto di cristiani rapiti, dal gennaio 2011 al dicembre 2014 ha superato la cifra di 120 milioni di lire egiziane, pari a più di 16 milioni di euro.