Lettura
Il brano evangelico si articola in quattro parti: il racconto di ciò che Maria fece subito dopo avere ricevuto l’annuncio dell’angelo; le intuizioni di Elisabetta sulla grandezza di Maria, Madre del Signore, e sulle gioiose novità introdotte dall’Incarnazione del Verbo di Dio e testimoniate dalla persona stessa di Giovanni Battista, il bimbo che ella porta in grembo; il cantico di Maria, che gioisce per l’attenzione di Dio nei confronti della sua umile persona, del popolo di Israele e di tutti i poveri della storia; infine la breve frase che dice il ritorno di Maria alla sua vita quotidiana.
Meditazione
L’umiltà di Maria aveva trovato la sua piena realizzazione quando aveva risposto all’Angelo: «Ecco la serva del Signore», con un atto di perfetta umiltà e annientamento. Ma immediatamente ella si era aperta alla carità, dicendo: «avvenga per me secondo la tua parola» e aderendo a ciò che il Signore le chiedeva. Umiltà e carità corrispondono a quel dinamismo di annientamento e glorificazione che caratterizza la redenzione operata da Gesù figlio di Dio. Umiltà e carità fanno di Maria l’esempio della persona umana redenta e capace di portare redenzione ai fratelli. Quando Maria «si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa», nella casa di Zaccarìa entrarono in abbondanza le benedizioni e le grazie del Signore, ed Elisabetta se ne rese perfettamente conto. Grazie all’esempio di Elisabetta, la presenza salvifica del Redentore si venne a incontrare con gli atteggiamenti umani, che permettono di accogliere la sua opera di salvezza. Fondamentale per lasciarsi salvare è innanzitutto l’umiltà. Quando Elisabetta si esprime dicendo: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?», compie questo primo passo fondamentale, riconoscendo la propria mancanza di meriti di fronte alla gratuita bontà di Dio, e donando una splendida testimonianza di umiltà. In secondo luogo, Elisabetta seppe comprendere l’importanza della fede in Colui che è la sorgente di tutte le grazie: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Infine, la madre del Battista sente che «il bambino ha sussultato di gioia» e ci trasmette la certezza che il lasciarsi trasformare e santificare dallo Spirito Santo è garanzia di serenità, sperimentata dal Battista fin dal grembo di sua madre, ma possibile per chiunque si apre con disponibilità all’azione di Dio.
Preghiera
O Dio, che hai annientato te stesso, prendendo natura di servo e diventando simile agli uomini, e guardi alla miseria dei tuoi servi, innalzi gli umili e ricolmi di beni gli affamati, insegnaci a riconoscere i nostri limiti e i nostri peccati, senza per questo perdere la fiducia nella tua bontà e nella tua misericordia.
Agire
Anche oggi vivrò in me l’esperienza del bene e del peccato: di entrambe le realtà farò motivo di umiltà, riconoscendo che il bene è dono di Dio e il peccato è opera mia.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Ha innalzato gli umili — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Mercoledì 31 Maggio 2017, Visitazione della Beata Vergine Maria, Festa (bianco)