Il Santo Padre ha pubblicato un Motu Proprio con il quale converte in legge ciò che aveva già scritto nella lettera del 25 agosto 2020 al Segretario di Stato. Questo Motu Proprio rappresenta un altro passo importante nella riforma della Curia. La decisione arriva prima del 1° gennaio, per l’implementazione nel budget del 2021. La Commissione istituita dal Santo Padre per il passaggio delle funzioni economiche e finanziarie dalla Segreteria di Stato all’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, per la gestione, e alla Segreteria per l’Economia, per il controllo, che ha lavorato nelle ultime settimane, continuerà a precisare alcuni dettagli tecnici fino al 4 febbraio p.v., come era previsto.
Questa nuova legge viene a ridurre il numero di responsabili economici nella Santa Sede e a concentrare l’amministrazione, la gestione e le decisioni economiche e finanziarie nei Dicasteri rispondenti allo scopo. Con essa, il Santo Padre vuole procedere ad una migliore organizzazione della Curia Romana e a un funzionamento ancora più specializzato della Segreteria di Stato, la quale potrà con maggior libertà aiutare Lui ed i Suoi successori nelle questioni di maggiore rilevanza per il bene della Chiesa. Il cosiddetto “Ufficio Amministrativo” della Segreteria di Stato, dato che non avrà più da gestire o decidere su fondi ed investimenti, ridimensiona le sue funzioni.
Il Motu Proprio stabilisce un maggior controllo e una migliore visibilità dell’Obolo di San Pietro e dei fondi che procedono dalle donazioni dei fedeli. Inoltre, si rinforzano controlli specifici su alcuni Enti relazionati alla Santa Sede che gestiscono conti e fondi provenienti da donazioni. Con queste decisioni il Santo Padre esprime il Suo personale impegno, e quello della Curia Romana, per una maggiore trasparenza, una più chiara separazione di funzioni, una maggiore efficacia nei controlli e un maggior adeguamento dell’economia della Santa Sede alla missione della Chiesa, in modo che il Popolo di Dio che aiuta con la sua generosità a sostenere la missione del Vescovo di Roma possa farlo con la fiducia che i suoi contributi siano amministrati in maniera adeguata, trasparente e con l’esercizio dei dovuti controlli.