Santa Maria delle Grazie (San Giovanni Rotondo) Foto Copyright Wikimedia Commons - Emilio Piovesan, CC BY 3.0

Fra Carlo María Laborde, guardiano del convento di San Giovanni Rotondo: “Il coronavirus ci ha colpito in pieno”

Un intervista di José María Zavala Gasset

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Isolati dalla pazza folla, ora anche a causa della pandemia, Fra Carlo María Laborde grida dalla solitudine della sua cella perché ci uniamo a Cristo in questi tempi difficili, sull’esempio del santo delle stimmate.

Ho conosciuto Frate Carlo più di dieci anni fa, quando andai a scrivere il mio libro su Padre Pio, nel maggio 2010. Era allora superiore del convento di San Giovanni Rotondo e ora ne è il guardiano.

Domanda: Come vivete questi tempi difficili di pandemia nel vecchio convento di Padre Pio?

Risposta: Il coronavirus, che nella prima fase non ci ha colpito, in questa seconda ondata ci ha colpito in pieno. Diversi fratelli della Fraternità dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo sono risultati positivi ai test obbligatori. Immediatamente il nostro Arcivescovo Franco Moscone ha deciso di ridurre al minimo le attività nel Santuario, chiudendo il giro dei pellegrini nei luoghi dove visse Padre Pio, compresa la cripta dove sono conservate le sue spoglie mortali. Ora solo vengono celebrate tre messe giornaliere durante la settimana nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, senza la partecipazione dei fedeli, e solo due messe la domenica con il popolo di Dio presente.

I frati affetti da Covid-19 rimangono isolati, ciascuno nella propria cella, senza contatti personali tra di noi per impedire la diffusione del virus.

Domanda: come si sente dopo essere risultato positivo?

Risposta: Sono stato asintomatico dall’inizio. Quindi, a parte l’isolamento forzato, non ho avuto grossi problemi. Questi giorni di isolamento mi permettono, sì, di dedicare più tempo alla preghiera e alla celebrazione dell’Eucaristia. In un certo senso, vivo un’esperienza dolorosa che, assunta in unione alla Passione di Cristo, mi rende parte del suo grande progetto di redenzione degli uomini.

Domanda: A immagine e somiglianza anche di Padre Pio?

Risposta: In queste dolorose circostanze, Padre Pio ci insegna ad accettare la sofferenza con fede e speranza, sapendo, come afferma l’Apostolo San Paolo, che “tutto porta al bene di chi ama Dio”. Padre Pio diceva che non poteva vedere un fratello soffrire senza che soffrisse anche lui con lui. Così Padre Pio ora ci assicura anche dal Cielo della sua intercessione davanti al Signore affinché possiamo avere la forza di sopportare questa prova e di uscirne con rinnovata fede e speranza.

Domanda: allora la sofferenza ha senso?

Risposta: Padre Pio visse sempre unito alla Passione di Cristo, sforzandosi di assomigliare il più possibile a Gesù Crocifisso. Questo è il senso più profondo delle stimmate che hanno segnato la sua carne per cinquant’anni, rendendolo la perfetta immagine di Cristo Crocifisso.

Padre Pio ci insegna soprattutto ad accettare il dolore come partecipazione alle sofferenze di Gesù Cristo, con spirito di preghiera e amore per i nostri fratelli e sorelle, per diventare quei buoni ‘cirenei’ che lottano per aiutare chi soffre e vive nella solitudine e nell’abbandono. L’ospedale che ha voluto costruire per i poveri e gli ammalati, Casa Sollievo della Sofferenza, è la testimonianza più attendibile di quell’amore che dovrebbe scaturire dal cuore di ogni cristiano innamorato di Dio.

Domanda: Cosa diresti a coloro che non conoscono ancora Padre Pio?

Risposta: In questi tempi di quarantena in cui dobbiamo trascorrere intere giornate a casa, consiglio a chiunque non conosca ancora Padre Pio di leggere una sua biografia per conoscere la sua esperienza di vita, spiritualità e grado di santità che ci incoraggia nella dedizione e fedeltà a Cristo. Il suo spirito di preghiera ci spinge anche a coltivare la speranza, abbandonandoci nelle mani di Dio Padre, che ci ama infinitamente.

Padre Pio ci insegna anche a leggere i segni dei tempi e di capire che questa dolorosa esperienza del coronavirus costituisce una grande opportunità di conversione per correggere la nostra vita e adattarla alla Legge di Dio e allo spirito del Vangelo.

Domanda: Perché è così importante assistere ai sacramenti oggi?

Risposta: Molte persone battezzate che si sono allontanate dalla Chiesa indotte dai media e che accusano la Chiesa che mostra i loro peccati (quelle rughe che sfigurano il suo volto come Sposa di Cristo) devono capire che la Chiesa è anche santa, perché è il Corpo mistico di Cristo, possiede la sua Parola e i sacramenti come segni efficaci della nostra salvezza.

Abbiamo bisogno dei sacramenti. Possa questo tempo complicato aiutarci a cercare la salvezza in Cristo, l’unico Redentore dell’umanità, ieri, oggi e sempre. Ci salva attraverso la sua Chiesa santa, cattolica e apostolica. Padre Pio ci insegna ad amare la Chiesa e di cercare in essa e nei sacramenti la grazia e la forza che ci permettono di sopportare le prove della vita e di santificare tutta la nostra esistenza.

Traduzione di Estefanía Aguirre

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ZENIT Staff

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