Alle ore 10.00 di questa mattina, in diretta streaming dall’Aula “Giovanni Paolo II” della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa su “Economy of Francesco – Papa Francesco e i giovani da tutto il mondo per l’economia di domani”, che si terrà on line dal 19 al 21 novembre 2020. Intervengono: Padre Enzo Fortunato, Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e Responsabile per la struttura informativa di “The Economy of Francesco”; il Prof. Luigino Bruni, Professore Ordinario di Economia Politica presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma e Responsabile scientifico di “The Economy of Francesco”; Suor Alessandra Smerilli, Professore Ordinario di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e Membro del Comitato scientifico di “The Economy of Francesco”; l’Avv. Francesca Di Maolo, Presidente dell’“Istituto Serafico” di Assisi e Membro del Comitato organizzatore di “The Economy of Francesco”; la Dott.ssa Florencia Locascio, Staff di “The Economy of Francesco”, da remoto dall’Argentina.
Intervento dell’Avv. Francesca Di Maolo
Vi porto innanzi tutto i saluti del Vescovo di Assisi, S.E. Mons. Domenico Sorrentino, che in questo momento è impegnato in una diretta streaming in occasione del 34.mo anniversario dello storico incontro di preghiera per la pace del 27 ottobre 1986. Vi porto anche i saluti del Sindaco di Assisi, Ing. Stefania Proietti, impegnata nell’emergenza del Coronavirus che anche nella nostra città richiede un impegno incessante da parte delle istituzioni.
A marzo 2020 eravamo pronti a spalancare le porte della città e di tutti i luoghi francescani per i giovani economisti. A partire dal Santuario della Spogliazione, dove ebbe luogo il gesto profetico della spogliazione di San Francesco che, lungi dall’essere un atto anti-economico, gettava il seme di una economia alternativa fondata sulla gratuità. I giovani erano attesi alla Porziuncola, che ha visto nascere la prima fraternità intorno a Francesco; nella Basilica Papale di San Francesco, che custodisce le spoglie mortali del Santo e rappresenta il cuore della vita francescana mondiale; e nella Basilica di Santa Chiara dove le clarisse conservano, oltre al corpo della Santa, il crocifisso di San Damiano che parlò a San Francesco invitandolo a riparare la casa in rovina. Tutta la città era pronta ad abbracciare i giovani di The Economy of Francesco che sarebbero stati accolti in Comune, al Monte Frumentario, nelle piazze e alla Pro Civitate Cristiana, storicamente impegnata nella evangelizzazione della vita sociale e nella diffusione del dialogo interreligioso. Questi luoghi non potranno per quest’anno accogliere fisicamente i giovani, ma saranno tutti ugualmente presenti attraverso le immagini che faranno da sfondo all’evento. Immagini che non sono una semplice coreografia, ma che evocano il messaggio di Assisi di pace e di fraternità e simboleggiano i significati profondi di come un’economia possa tornare a mettere al centro la persona.
Abbiamo tante attese nei confronti di questi giovani che, anche se non potranno essere fisicamente nella nostra città, da mesi sono al lavoro per un cambio di rotta dell’economia. Chi se non i giovani possono ancora sognare, guardando a come dovrebbe essere il nostro domani? Un futuro senza guerre, senza abbandoni, in cui possa crescere un’economia che sappia accogliere e difendere la vita, che sia al servizio dell’uomo, inclusiva e che si prenda cura del creato. In tanti attendiamo questo evento.
Il 28 marzo scorso al Serafico di Assisi, un centro sanitario che da quasi 150 anni si occupa di bambini e ragazzi con gravi disabilità, e che è membro del Comitato organizzatore, avremmo voluto abbracciare i giovani economisti e insieme a loro avremmo voluto ribadire, alla presenza del Santo Padre, che non c’è sviluppo se si perde di vista l’uomo e la sua cura. Non c’è sviluppo e non c’è futuro se non custodiamo la vita più fragile e indifesa. Avremmo voluto lanciare questo appello in modo forte, accanto ai nostri ragazzi che rappresentano l’incarnazione del limite e della vulnerabilità umana, ma anche accanto ai nostri medici, infermieri, terapisti, operatori sanitari ed educatori. Lo avremmo urlato al mondo accanto a chi silenziosamente ogni giorno si prende cura della vita più fragile e indifesa. Negli stessi giorni in cui avremmo voluto lanciare questo appello, ci trovavamo chiusi al Serafico, come lo siamo tuttora, in piena pandemia, impegnati a curare i nostri ragazzi e con la paura di uscire da questa emergenza ancora più dimenticati di prima del suo inizio. Sulla nostra pelle viviamo disuguaglianze sistematiche in ambito della salute che sono ingiuste e inique perché non sono determinate da fattori biologici, ma da politiche economiche che scartano le vite più fragili. Il Serafico partecipa a The Economy of Francesco per dare voce a tante persone ferite dalla povertà, dal limite, dalla malattia e dall’abbandono.
Siamo in questo processo sin dall’inizio per aiutare i giovani economisti a tenere fissi i loro occhi sulle persone che sono ai margini delle nostre strade. Nessuna strategia, nessun progetto potrà essere davvero innovativo se non porta con sé i volti che danno senso e fine alle azioni. L’evento di Assisi si aprirà con un video realizzato dai ragazzi del Serafico che parla del sogno segreto che custodiscono nella loro anima.
Ringrazio tutta l’organizzazione di The Economy of Francesco per averci dato la possibilità di stare in questo processo: pur sapendo che noi non abbiamo risposte da dare, ma possiamo solo contribuire al cammino che si è avviato, consegnando l’urgenza di un cambiamento che possa riportare tutti a partecipare alla vita. Siamo certi che i giovani potranno arrivare a desiderare questo cambiamento attraverso gli occhi delle persone ferite dalla vita, e quando un sogno parte dal cuore e vola sulle ali della fraternità, niente potrà arrestare la sua corsa. Ce lo ha insegnato il giovane Francesco più di 800 anni fa e ce lo ha ricordato il Santo Padre solo tre settimane fa ad Assisi quando ha firmato sulla tomba del Santo l’Enciclica “Fratelli tutti”.