Papa Francesco - Sacro Convento di Assisi - Celebrazione della Santa Messa e firma dell’Enciclica "Fratelli tutti" alla tomba di San Francesco (03/10/2020) - Foto Copyright Vatican Media

“Fratelli tutti”: già in arrivo la prima edizione commentata dell’ Enciclica

Introduzione di Mons. Bruno Forte

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Sarà in libreria il 12 ottobre. L’introduzione è del vescovo teologo Bruno Forte; i commenti di Piero Stefani, Massimo Giuliani, Massimo Campanini, Roberto Rusconi, Chiara Frugoni, Fulvio De Giorgi, Salvatore Natoli, Mauro Ceruti, Pier Cesare Rivoltella, Arnoldo Mosca Mondadori

Sarà in libreria a partire dal 12 ottobre la prima edizione commentata della nuova enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale”.
Il volume, per i tipi di Scholé, marchio della Morcelliana (pp. 240, euro 12), è introdotto dal vescovo teologo Bruno Forte che sottolinea come in questo testo il pontefice riproponga quanto a lui sta più a cuore: “da una parte riprendendo la centralità del tema della fede e della vita teologale, dall’altra ribadendo il valore di un’etica e di una spiritualità ecologiche, ma soprattutto concentrandosi su quel cuore del Vangelo di Gesù Cristo che è la fraternità”.

Dopo il testo integrale di “Fratelli tutti”, dove il pontefice avverte che “prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi” e ripete che il Covid 19 ci ha ricordato che “nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme”, seguono gli interventi di noti studiosi. Ovvero il biblista Piero Stefani(“Fratello, tra Antico e Nuovo Testamento”); l’ebraista Massimo Giuliani(“Fratellanza e amicizia sociale in prospettiva ebraica”); l’islamologo Massimo Campanini (“Fratellanza umana e appartenenza religiosa nel Corano”); lo storico del cristianesimo Roberto Rusconi(“Il santo chiamava fratelli cristiani i lebbrosi”); la medievista Chiara Frugoni (“Comprendere e non giudicare. Un aspetto della fratellanza di san Francesco”); lo storico dell’educazione Fulvio De Giorgi(“Una pedagogia dell’amore politico”); il filosofo Salvatore Natoli(“Cristianesimo come etica universale?”); l’epistemologo Mauro Ceruti(“La rotta della fraternità, nel tempo della complessità”); il pedagogista Pier Cesare Rivoltella(“Fratellanza come saggezza digitale”); il poeta e scrittore Arnoldo Mosca Mondadori(“Lo sguardo di Cristo sul mondo)”.

Le loro sono analisi e interpretazioni a tutto campo, realizzate da diverse angolazioni, utili a penetrare l’enciclica e a dar conto delle radici bibliche, della teologia e della spiritualità, della storia, del rapporto con ebraismo e islamismo, e di altro ancora mai estraneo alle domande religiose, ma anche sociali e filosofiche di questo documento rivoluzionario. Un testo che riposiziona quello che è forse il tema cristiano per eccellenza la fratellanza/sorellanza al centro del mondo contemporaneo declinando con estrema attenzione insieme in riferimento alle altre religioni, alla pace, al lavoro, ai diritti (compreso quello della proprietà), ma anche al perdono, alla memoria, alla solidarietà. Senza dimenticare l’attuale ruolo della politica, della cultura, della comunicazione. Una pluralità di punti di vista che mette in luce la ricchezza della terza enciclica di Papa Bergoglio, quella maggiormente densa e personale- firmata ad Assisi, la città del Santo cristiano che più parla ai credenti di altre religioni e ai non credenti Francesco, che “si fece uno degli ultimi e cercò di vivere in armonia con tutti”.

Un messaggio inviato al mondo aprendo “al dialogo con tutte le persone di buona volontà”, mettendo alla base del pensiero e di ogni azione “l’idea che tutto è connesso”, come spiega qui l’epistemologo Ceruti. In un tempo ancora segnato dalle paure e alle difficoltà legate all’“inattesa pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze”, e in una fase cruciale del suo pontificato tale da far scrivere in queste pagine al filosofo Natoli: ”se questo – mi permetto di osare – fosse l’ultimo papa della tradizione cattolico-romana, e stesse nascendo un cristianesimo diverso?”.

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ZENIT Staff

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