L’Ordine di Malta sta potenziando il suo impegno in tutto il mondo per affrontare la pandemia di Covid 19. Molti dei progetti socio-sanitari nei 120 paesi in cui operano i corpi di soccorso e di volontariato delle sue Associazioni sono stati ampliati e/o convertiti in programmi di prevenzione e cura dei malati di Covid. L’assistenza medica e logistica è fornita al sistema sanitario nazionale dei paesi colpiti, in conformità con le linee guida dei governi. Sono stati aperti nuovi reparti ospedalieri per i pazienti Covid e gli ospedali esistenti gestiti dall’Ordine di Malta sono stati convertiti in unità di terapia intensiva.
Nei paesi in cui le condizioni igieniche di base sono precarie, sono state realizzate campagne di sensibilizzazione e sono stati migliorati i servizi WASH (acqua, servizi igienici, igiene). A causa delle severe normative in vigore nei paesi in cui è in corso l’isolamento, alcune attività dell’Ordine che forniscono assistenza sociale sono state ridotte, ma molte altre sono state rafforzate, in particolare per far fronte alle grandi difficoltà economiche che molte persone stanno affrontando. In molti paesi, i volontari dell’Ordine di Malta assicurano la consegna regolare di generi alimentari e beni di prima necessità, oltre ad offrire assistenza medica regolare. Molte associazioni, sostenute dalle ambasciate dell’Ordine, riescono a continuare le visite domiciliari di routine, garantendo assistenza medica agli anziani.
L’Ordine di Malta ha inoltre messo in campo professionisti per affrontare gli effetti psicologici della quarantena e dell’isolamento imposti, che causano disagio emotivo e disturbi psicologici, a partire dalla depressione.
La rete diplomatica dell’Ordine di Malta è pienamente impegnata a promuovere una migliore conoscenza del virus e delle sue misure di contenimento. Il progetto “Doctor to Doctor”, lanciato in collaborazione con Forward Thinking, un think-tank con sede a Londra, ha creato una rete di esperti nel campo dell’epidemiologia e della virologia, che incontrano online medici nei paesi del Medio Oriente per discutere le migliori pratiche e degli ultimi progressi della ricerca medica. Il progetto si rivolge in particolare ai Paesi le cui infrastrutture sanitarie sono impreparate o difettose. Finora si sono svolti incontri online con le autorità sanitarie della Palestina e dello Yemen.