Piero Casentini, I Protomartiri francescani, Terni - Chiesa di S. Antoni - Foto © p. Pietro Messa, ofm

Paolo VI: i martiri rimproverano chi preferisce alla fede la moda

Una riflessione di p. Pietro Messa, ofm

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L’antica Passione dei Protomartiri francescani suscita perplessità perché sembra che il martirio, ossia testimoniare con il sangue l’affezione a Gesù, non solo lo desiderassero, ma persino se lo cercarono (cfr. Santi per attrazione, Milano 2020). Medesime obbiezioni sorgono circa la vicenda di sei frati Minori uccisi a Ceuta nel 1227 o dei francescani frati Minori Nicola Tavelić, Deodato da Rodez, Stefano da Cuneo e Pietro da Narbonne giustiziati a Gerusalemme nel 1391. In occasione della canonizzazione, ossia riconoscimento canonico, di quest’ultimi nel 1970 Paolo VI non misconobbe tali dubbi, ma anzi li affrontò proponendo alcune riflessioni valide anche per Protomartiri francescani. Ecco di seguito alcuni stralci di tale discorso.

Narra la storia che Nicola Tavelić ed i suoi compagni furono martiri volontari, i quali, più che subire l’orrendo supplizio a loro inflitto, ad esso si esposero. […] È vero martirio? […] La storia diventa maestra. Pone un confronto fra queste lontane figure di frati idealisti, imprudenti, ma esaltati da un amore positivo e trascinante verso Cristo e persuasi della necessità missionaria propria della fede: martiri; e la nostra mentalità moderna, che nasconde sotto un mantello di evoluto scetticismo, una comoda e transigente viltà, e che, priva di principii superiori ed interiori, trova logico il conformismo alle idee correnti, alla psicologia risultante da un’alienazione collettiva alla ricerca e al servizio dei soli beni temporali. Sorge in noi un certo sentimento di disagio: noi ci sentiamo al tempo stesso distanti da quei campioni della fede, ma insieme avvertiamo, per tante ragioni, che essi ci sono vicini. Essi non sono figure anacronistiche e per noi irreali: essi anzi troppo ci dicono, e quasi ci rimproverano la nostra incertezza, la nostra facile volubilità, il nostro relativismo, che talora preferisce alla fede la moda. Lontani e vicini essi sono pur nostri, e ci ammoniscono e ci esortano, a noi pare, con parole simili a quelle che Noi, non molti giorni or sono, proferimmo: bisogna avere il coraggio della verità! il coraggio cristiano.

Ed un secondo sentimento succede al primo con una domanda imbarazzante: ma allora dobbiamo inasprire i dissensi con la società che ci circonda, e aggredirla con polemiche e con contestazioni, che rompono i nostri rapporti col nostro tempo e che accrescono le difficoltà della nostra presenza apostolica nel mondo? È questo l’esempio che dobbiamo raccogliere da questi valorosi oggi canonizzati Santi? No; noi non crediamo. A ben leggere nella loro storia e soprattutto nei loro animi, noi vediamo che non è uno spirito d’inimicizia che li spinse al martirio, ma piuttosto di amore, di ingenuo amore, se volete, e di folle speranza; un calcolo sbagliato, ma sbagliato per desiderio di giovare e di condurre a salvamento spirituale quelli stessi che essi provocarono a infliggere loro la terribile repressione del martirio. Questo è importante. È importante per il mondo della nostra così detta civiltà occidentale; il Concilio ce lo insegna. Ed è importante anche per quel mondo islamico nel quale si svolse e si consumò la tragedia di S. Nicola Tavelić e dei suoi Compagni: essi non odiavano il mondo musulmano; anzi, a loro modo, lo amavano. E certo lo amano ancora, e quasi personificano nella loro storia l’anelito cristiano verso il mondo islamico stesso, che la storia dei nostri giorni ci fa sempre meglio conoscere, fortificando la speranza di migliori rapporti fra la Chiesa cattolica e l’Islam: non ci ha esortato il Concilio «a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, non che a difendere e a promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà»? (Nostra aetate, 3).

Sono sentimenti questi che ci inducono a celebrare il Signore nei nuovi Santi, a ispirare la nostra vita al loro esempio, a invocare per la Chiesa, […]per tutta la famiglia francescana, e per il mondo intero la loro celeste protezione.

 

La Passione dei protomartiri francescani la si può leggere in https://www.assisiofm.it/protomartiri-francescani-2397-1.html mentre l’omelia di si trova in http://www.vatican.va/content/paul-vi/it/homilies/1970/documents/hf_p-vi_hom_19700621.html

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ZENIT Staff

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