Grande successo per l’allestimento realizzato a Porta Asiniaria dalla parrocchia di San Giulio, con il patrocinio del Vicariato di Roma e di Roma Capitale. Il 6 gennaio l’arrivo dei Magi con il cammello e il concerto di un coro gospel. Visite per le scuole la mattina di giovedì 10; domenica 13 la conclusione
Con le loro ricche vesti e con il cammello, portando doni preziosi, il 6 gennaio arriveranno i Re Magi. Sarà uno dei momenti più suggestivi del presepe vivente “Venite adoremus”, allestito a Porta Asinaria per il secondo anno consecutivo, realizzato dalla parrocchia di San Giulio con il patrocinio del Vicariato di Roma e di Roma Capitale.
Inaugurato il 23 dicembre, è stato visitato finora da più di ventiseimila persone: tanti hanno apposto la loro firma sul libro del censore, all’ingresso, proprio come accadeva nella Betlemme di duemila anni fa. Oltre ai romani, «tantissimi sono stati i turisti, arrivati da altre parti di Italia e dall’estero – sottolinea padre DARIO FRATTINI, il parroco di San Giulio –. Dall’America, dal Giappone, dalla Cina, dalla Spagna…».
E per quanti ancora non lo hanno visitato, c’è tempo fino al 13 gennaio: “Venite adoremus” resterà aperto i pomeriggi dalle 16.30 alle 19.30; il 6 gennaio anche la mattina dalle 10 alle 13; giovedì 10 la mattina per le scuole; il 12 gennaio dalle 16.30 alle 19.30. Domenica 13 ultimo giorno di apertura: dalle 10 alle 13 e poi dalle 16.30 alle 19.30, con il concerto del Coro Altrenote. Il pomeriggio di domenica 6, invece, si esibirà un coro gospel.
L’obiettivo del presepe vivente è quello di raccogliere fondi per riparare la chiesa di via Francesco Maidalchini, a Monteverde, in ricostruzione da maggio del 2016. I parrocchiani di San Giulio, da allora, partecipano alle celebrazioni in una tensostruttura allestita nelle vicinanze. «Speriamo di poter rientrare nella nostra chiesa nel 2019», auspica padre DARIO.
Per raggiungere questo obiettivo, da tre anni la comunità realizza il presepe vivente, che dal 2017 si fa a Porta Asinaria. «Non c’è luogo migliore per un presepe – spiega ancora –, perché siamo vicini alla statua di san Francesco benedicente, che fu il primo a realizzare un presepe vivente, a Greccio. E poi proprio al poverello di Assisi il Crocifisso disse: “Va’ e ripara la mia chiesa”».
L’ingresso a “Venite adoremus” è gratuito, ma si conta sulla generosità dei visitatori. «In parrocchia stiamo ricevendo tantissime telefonate di ringraziamento – racconta il parroco –, da parte di persone che hanno visitato il presepe vivente e ne sono rimaste colpite. Ci chiamano soprattutto genitori, mamme e papà che sono venuti con i bambini, e che ci stanno già chiedendo di replicare l’anno prossimo». Tra i visitatori, infatti, numerosi sono stati i bambini, che rimangono affascinati dagli abiti dell’epoca – cuciti da volontarie della parrocchia di San Giulio – e dagli antichi mestieri rappresentati: dalle filatrici al falegname, dal fabbro al ramaio. Spazio anche al palazzo di Re Erode, con le guardie armate di lance e scudi.
Oltre duecento i figuranti impegnati, tutti volontari. Coinvolti anche tanti amici della comunità che hanno offerto aiuto e materiale gratuitamente: dal gruppo storico di Piubega, nel mantovano; agli scenografi di Cinecittà Fratelli De Angelis, che hanno prestato anfore, colonne, fontane in cartongesso o polistirolo; allo Zoo Grunwald che ha portato gli animali. «Quella del presepe vivente è un’esperienza bellissima – conclude padre DARIO FRATTINI –. Le persone di oggi hanno bisogno di cose semplici, di armonia, di serenità, ed è quello che abbiamo voluto offrire. La risposta c’è stata, ed è stata altissima. Papa Francesco da sempre punta sulla Chiesa come popolo, e il popolo di Dio in questa esperienza è stato protagonista, un popolo che ci tiene a fare memoria di questo figlio che Dio ci ha donato».
Presepe a Piazza san Pietro - Foto © ZENIT
Roma: Più di ventiseimila visitatori per il presepe vivente "Venite adoremus"
Comunicato Stampa del Vicariato di Roma