Card. Peter Appiah Turkson, Katolinen - Commons Wikimedia (CC BY-SA 4.0)

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Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: "Un patrimonio prezioso e un segno di speranza per l’umanità"

Intervento del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Conferenza Internazionale sui diritti umani presso la Pontificia Università Gregoriana

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Pubblichiamo di seguito l’intervento che l’Em.mo Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha pronunciato questa mattina [10 dicembre 2018] alla sessione di apertura della Conferenza Internazionale “I diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni” in corso dal 10 all’11 dicembre 2018, presso la Pontificia Università Gregoriana:
Intervento del Card. Peter K. Appiah Turkson
Eminenza,
Eccellenze,
Cari fratelli e sorelle e cari amici,
Ho il piacere di darvi un caloroso benvenuto alla Conferenza Internazionale sul tema «I Diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni», che il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e la Pontificia Università Gregoriana hanno voluto organizzare in occasione dell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (Parigi, 10 dicembre 1948) e della Dichiarazione e del Programma d’azione di Vienna (Vienna, 25 giugno 1993), di cui ricorrono rispettivamente il 70mo ed il 25mo anniversario. Attraverso questa iniziativa, il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale desidera non solo riaffermare il valore dei diritti dell’uomo e la loro centralità nella missione affidatagli dal Santo Padre, ma soprattutto interrogarsi sullo stato dei diritti umani nelle società contemporanee ed esplorare alcune nuove per una migliore consapevolezza e protezione della dignità umana oggi.
Settanta anni sono passati da quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, allora composta da 58 Stati, ha formalmente adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, con la quale l’eguale dignità di tutti gli esseri umani ed i diritti universali ed inalienabili della persona trovano il loro riconoscimento solenne a livello internazionale. L’universalità dei diritti dell’uomo è stata poi riaffermata, ed in un certo senso confermata, in particolare dalla Conferenza mondiale sui diritti umani del 1993, che ha visto riuniti nella capitale austriaca rappresentanti di 171 Stati e numerosi esponenti della società civile, appartenenti a diverse culture e tradizioni. La Dichiarazione adottata in quella occasione costituisce un patrimonio prezioso e un segno di speranza per l’umanità [1].
Venticinque anni dopo, è doveroso chiedersi cosa ne sia stato della speranza di vedere realizzati questi diritti per tutti gli essere umani. Duole constatare che l’ideale proposto dai documenti in parola pare talora vacillare sotto il peso di interpretazioni controverse, dell’eccessiva politicizzazione e delle numerose inadempienze. Malgrado le proclamazioni solenni e le aspettative suscitate da esse, nuove violazioni della dignità umana sono sopraggiunte, mentre vecchie piaghe sono riemerse e altre, come nel caso della schiavitù, hanno assunto volti diversi.
Rincresce inoltre riscontrare che, mentre crescono povertà e ingiustizie sociali all’interno delle Nazioni, le divergenze fra Stati non di rado continuano ad essere affrontate mediante l’uso della forza – perfino della forza armata – con conseguenze inevitabili e nefaste sulle popolazioni che ne pagano il doloroso prezzo. Persistono in diverse regioni del mondo efferati conflitti armati, alimentati da oscuri interessi, con il loro corteo di violazioni indicibili del diritto alla vita ed all’integrità fisica, come pure di altri diritti umani, come quello all’accesso alle cure mediche, all’educazione, al lavoro e all’alloggio. È necessario pertanto che venga riconosciuto ed adeguatamente assicurato il diritto fondamentale alla pace e quello allo sviluppo integrale.
Eminenza,
Eccellenze,
Cari fratelli e sorelle e cari amici,
In queste due giornate, avremo modo di ascoltare sia relazioni di rappresentanti del mondo diplomatico, accademico e della società civile, sia testimonianze di coloro che giorno dopo giorno si adoperano affinché non venga meno la dignità umana. Desidero ringraziarli vivamente per il loro contributo, che certamente arricchirà i nostri lavori e sarà di ispirazione per il nostro impegno nella Chiesa e nella società. Prima però vi invito ad ascoltare una voce autorevole, quella di Papa Francesco, che ha voluto mandare un messaggio di incoraggiamento a tutti i partecipanti convenuti per questa Conferenza. Vi ringrazio per la vostra attenzione.
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[1] Intervento del Rappresentante della Santa Sede alla Conferenza Mondiale sui Diritti dell’Uomo, 21 giugno 1993.

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ZENIT Staff

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