Angelus (01/01/2017) - Foto © Vatican Media

Papa Francesco: "Mi unisco ai miei fratelli vescovi del Nicaragua nell’esprimere dolore per le gravi violenze"

Le parole del Papa alla recita dell’Angelus

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Alle ore 12 di oggi, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi in molti Paesi, tra i quali l’Italia, si celebra la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, o, secondo la più nota espressione latina, la solennità del Corpus Domini. Il Vangelo ci riporta le parole di Gesù, pronunciate nell’Ultima Cena con i suoi discepoli: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi: Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti» (Mc 14,22.24). Proprio in forza di quel testamento d’amore, la comunità cristiana si raduna ogni domenica, e ogni giorno, intorno all’Eucaristia, sacramento del Sacrificio redentore di Cristo. E attratti dalla sua presenza reale, i cristiani lo adorano e lo contemplano attraverso l’umile segno del pane diventato il suo Corpo. Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, mediante questo Sacramento così sobrio e insieme così solenne, noi facciamo esperienza della Nuova Alleanza, che realizza in pienezza la comunione tra Dio e noi. E in quanto partecipi di questa Alleanza, noi, pur piccoli e poveri, collaboriamo a edificare la storia come vuole Dio. Per questo, ogni celebrazione eucaristica, mentre costituisce un atto di culto pubblico a Dio, rimanda alla vita e alle vicende concrete della nostra esistenza. Mentre ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo, siamo assimilati a Lui, riceviamo in noi il suo amore, non per trattenerlo gelosamente, bensì per condividerlo con gli altri. Questa è la logica eucaristica. In essa infatti contempliamo Gesù pane spezzato e donato, sangue versato per la nostra salvezza. E’ una presenza che come fuoco brucia in noi gli atteggiamenti egoistici, ci purifica dalla tendenza a dare solo quando abbiamo ricevuto, e accende il desiderio di farci anche noi, in unione con Gesù, pane spezzato e sangue versato per i fratelli. Pertanto, la festa del Corpus Domini è un mistero di attrazione a Cristo e di trasformazione in Lui. Ed è scuola di amore concreto, paziente e sacrificato, come Gesù sulla croce. Ci insegna a diventare più accoglienti e disponibili verso quanti sono in cerca di comprensione, di aiuto, di incoraggiamento, e sono emarginati e soli. La presenza di Gesù vivo nell’Eucaristia è come una porta, una porta aperta tra il tempio e la strada, tra la fede e la storia, tra la città di Dio e la città dell’uomo. Espressione della pietà eucaristica popolare sono le processioni con il Santissimo Sacramento, che nell’odierna solennità si svolgono in tanti paesi. Anch’io questa sera, a Ostia – come fece il Beato Paolo VI 50 anni fa – celebrerò la Messa, a cui seguirà la processione con il Santissimo Sacramento. Invito tutti a partecipare, anche spiritualmente, mediante la radio e la televisione. Che la Madonna ci accompagni in questo giorno.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ieri, a Napoli, è stata proclamata Beata Suor Maria Crocifissa del Divino Amore, al secolo Maria Gargani, fondatrice delle Suore Apostole del Sacro Cuore. Figlia spirituale di Padre Pio, è stata una vera apostola nel campo scolastico e parrocchiale. Il suo esempio e la sua intercessione sostengano le sue figlie spirituali e tutti gli educatori. Alla nuova Beata un applauso, tutti: la salutiamo!
Mi unisco ai miei fratelli vescovi del Nicaragua nell’esprimere dolore per le gravi violenze, con morti e feriti, compiute da gruppi armati per reprimere proteste sociali. Prego per le vittime e per i loro familiari. La Chiesa è sempre per il dialogo, ma questo richiede l’impegno fattivo a rispettare la libertà e prima di tutto la vita. Prego perché cessi ogni violenza e si assicurino le condizioni per la ripresa al più presto del dialogo.
Saluto tutti voi, pellegrini provenienti dall’Italia e da diversi Paesi. In particolare, quelli di Helsinki, Huelva (Spagna), Peuerbach (Austria), e della Croazia. Saluto i fedeli di Caturano e Palermo, come pure la società “Siderinox” di Abbiategrasso e i cresimandi di Corridonia. Un saluto speciale rivolgo ai fedeli riuniti oggi a Sotto il Monte, con il Vescovo di Bergamo, nell’anniversario di morte di San Giovanni XXIII. La peregrinatio in terra bergamasca delle spoglie di questo Pontefice, tanto amato dal popolo, possa suscitare in tutti generosi propositi di bene. E a tutti voi auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

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ZENIT Staff

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