Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco riceve in Udienza la Comunità del Venerabile Collegio Inglese di Roma.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti all’Udienza:
Cari fratelli,
Do il benvenuto ai Superiori e agli alunni del Venerabile Collegio Inglese in quest’anno in cui ricorrono diversi significativi anniversari nella vita della Chiesa in Inghilterra e nel Galles. Ringrazio il Rettore per le sue gentili parole. Il nostro incontro oggi mi offre l’opportunità di parlarvi direttamente, come un padre, col cuore!
E mentre percorrete il vostro cammino di risposta alla chiamata del Signore, vorrei condividere con voi alcune parole di incoraggiamento. Soprattutto prego affinché possiate crescere approfondendo sempre più la vostra relazione con il Signore e la vostra attenzione verso gli altri, specialmente quelli più bisognosi.
Amore di Dio e amore del prossimo: le due pietre miliari della nostra vita (cfr Mc 12,30-31).
Primo, l’amore di Dio. È bello vedere dei giovani che si preparano ad assumere un impegno stabile con il Signore che duri per la vita intera. Questo è più difficile per voi di quanto lo sia stato per me, a causa dell’odierna “cultura del provvisorio”. Per vincere questa sfida, e per aiutarvi a fare un’autentica promessa a Dio, è vitale durante questi anni di seminario nutrire la vostra vita interiore, imparando a chiudere la porta della vostra cella interiore da dentro. In questo modo il vostro servizio a Dio e alla Chiesa risulterà rafforzato e troverete quella pace e felicità che solo Gesù può dare (cfr Gv 14,27). Allora, come gioiosi testimoni di Cristo, voi, a vostra volta, potete diventare destinatari dell’omaggio reso da San Filippo Neri ai vostri antenati martiri: “Salvete flores martyrum!”.
Secondo, l’amore del prossimo. Come sapete, non siamo testimoni di Cristo a vantaggio nostro, ma per gli altri, in costante servizio. E noi cerchiamo di offrire questo servizio non per un semplice sentimento, ma in obbedienza al Signore, che si inginocchia per lavare i piedi dei discepoli (cfr Gv 13,34). Neppure il nostro discepolato missionario può essere vissuto nell’isolamento, ma sempre nella collaborazione con altri sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne. A volte è difficile amare il nostro prossimo, ed è per questo che, affinché il nostro ministero sia efficace, abbiamo costantemente bisogno di «rimanere centrati, saldi, in Dio che ama e sostiene. A partire da questa fermezza interiore è possibile sopportare [gli altri con] pazienza e costanza nel bene» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 112). Questa fermezza interiore, questa fedeltà d’amore, caratterizzò la vita dei Martiri del vostro Collegio, e questo è essenziale per noi che cerchiamo di seguire Gesù, che ci chiama nella nostra povertà per servire la sua maestà, e che rivela la sua maestà in mezzo ai poveri. Uno dei modi in cui può crescere il nostro amore per Dio e per il prossimo è attraverso la vita comunitaria. Non può essere una coincidenza il fatto che la comunità del vostro Seminario abbia generato quarantaquattro martiri, rendendoli capaci di emettere prontamente il giuramento missionario, pronunciato per la prima volta nel 1578 da San Ralph Sherwin nel giorno della festa di San Giorgio! Con la guida e l’ispirazione di questi Santi, spero che sarete capaci di sviluppare quella «fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 92).
Nella vita cristiana c’è un ostacolo rilevante di fronte ad ognuno di noi: la paura. Ma noi possiamo superarlo con l’amore, la preghiera e il buon umore (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 126, con la preghiera attribuita a San Tommaso Moro). In tal modo spero che non avrete paura delle difficoltà e delle prove e della lotta incessante contro il peccato. Vi incoraggio inoltre a non avere paura di voi stessi. Prendendo l’esempio dal vostro celeste Patrono, San Tommaso di Canterbury – che non permise ai suoi peccati passati e ai limiti umani di impedirgli di servire Dio fino alla fine –, non solo sarete capaci di superare le vostre paure, ma aiuterete anche gli altri a superare le loro. Infine, coltivando le amicizie, le buone e sane relazioni che vi sosterranno nel vostro futuro ministero, sono certo che riconoscerete i vostri veri amici, che non sono semplicemente quelli che vanno d’accordo con voi, ma sono doni del Signore per aiutarci a camminare verso ciò che è giusto, nobile e buono (cfr Fil 4,8).
Con affetto vi offro questi pensieri, per incoraggiare il vostro amore fedele a Dio e il vostro servizio umile ai fratelli e alle sorelle. Affidandovi alla materna intercessione della Madonna di Walsingham, assicuro le mie preghiere per voi e per le vostre famiglie, e per tutti coloro che sostengono la missione del Venerabile Collegio Inglese. E vi chiedo a mia volta, per favore, di ricordarvi ogni giorno di pregare per me.
© Copyright Vatican Media
"Amore di Dio e amore del prossimo: le due pietre miliari della nostra vita"
Udienza alla Comunità del Venerabile Collegio Inglese di Roma