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"Non c’è una guerra buona e una cattiva"

Le parole del Papa alla recita del Regina Coeli

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Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana nella II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, il Santo Padre Francesco ha guidato la recita del Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini presenti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:
Prima del Regina Cæli
Cari fratelli e sorelle,
prima della Benedizione finale, ci rivolgeremo in preghiera alla nostra Madre celeste. Ma prima ancora desidero ringraziare tutti voi che avete partecipato a questa celebrazione, in particolare i Missionari della Misericordia, convenuti per il loro incontro. Grazie per il vostro servizio! Ai nostri fratelli e sorelle delle Chiese Orientali che oggi, secondo il calendario giuliano, celebrano la Solennità di Pasqua, porgo gli auguri più cordiali. Il Signore risorto li ricolmi di luce e di pace, e conforti le comunità che vivono in situazioni particolarmente difficili.
Un saluto speciale rivolgo ai Rom e ai Sinti qui presenti, in occasione della loro Giornata Internazionale, il “Romanò Dives”. Auguro pace e fratellanza ai membri di questi antichi popoli, e auspico che la giornata odierna favorisca la cultura dell’incontro, con la buona volontà di conoscersi e rispettarsi reciprocamente. E’ questa la strada che porta a una vera integrazione.
Cari Rom e Sinti, pregate per me e preghiamo insieme per i vostri fratelli rifugiati siriani.
Saluto tutti gli altri pellegrini qui presenti, i gruppi parrocchiali, le famiglie, le associazioni; e insieme ci poniamo sotto il manto di Maria, Madre della Misericordia.
Dopo il Regina Coeli
Giungono dalla Siria notizie terribili di bombardamenti con decine di vittime, di cui molte sono donne e bambini. Notizie di tante persone colpite dagli effetti di sostanze chimiche contenute nelle bombe. Preghiamo per tutti i defunti, per i feriti, per le famiglie che soffrono. Non c’è una guerra buona e una cattiva, e niente, niente può giustificare l’uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano l’altra via, quella del negoziato, la sola che può portare a una pace che non sia quella della morte e della distruzione.

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ZENIT Staff

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