Ogni giorno siamo tutti interessati nel rispetto delle norme vigenti a verificare, controllare, esaminare, revisionare un qualcosa in nostro possesso per una eventuale mirata manutenzione. Qualsiasi oggetto meccanico, elettrico, digitale, ecc., va ricondotto dopo anni di utilizzo agli originari standard di funzionamento o comunque sostituito quantomeno nelle sue parti essenziali. Se l’uomo per far rispettare determinate condizioni sociali esterne ha giustamente attivato delle norme di rinvio, con relativi vantaggi e sanzioni, perché tutto dovrebbe diventare complicato nel vagliare lo “stato di salute” del proprio cammino interiore?
Non a caso appena si segnala la necessaria regolarità nel salvaguardare il cammino spirituale, personale o di una comunità, dalle ingerenze di agenti di erosione esterne, prendono il via incomprensioni, derisioni, imbarazzi, prese di distanza. In molti ancora non intendono osservare che tutto, nella materia e nello spirito, può essere manipolato e reso funzionale ad una logica terrena che pretende di governare le cose del mondo solo da sé stessa.
Una pretesa avvalorata e promossa da tante scuole di pensiero che affondano le loro radici in un relativismo divenuto il punto focale della modernità. Da qui il motivo corrente che nega una ragione suprema universale che guidi gli eventi, quale perno centrale della storia. Prende piede così una chiara negazione d’esistenza ontologica di verità, riconoscendo nel relativismo la solida base del proprio intelletto e classificando gli eventi e la storia stessa quali frutto delle tante concatenazioni materiali. Ma nonostante siffatti indirizzi oggi più che mai viene fuori la debolezza spirituale umana.
Al di là delle naturali eccezioni, quanti si sognerebbero di ignorare le regole che soprintendono, ad esempio, la revisione dell’auto di cui si ha il possesso? Tutti infatti sanno che “la revisione di un veicolo, oltre ad essere un fondamentale controllo per garantire la sicurezza stradale, è un obbligo previsto dalla legge italiana che prevede multe per chi viola la normativa”. Stiamo parlando di un oggetto di importanza fondamentale nella società odierna, anche se rimane comunque un “articolo finito”. Ma la salute dell’anima, può essere considerata al di sotto della revisione di un mezzo di locomozione?
Le vie da seguire, offerte dal vangelo ad ognuno per la sua salvezza, sono forse inferiori alle norme dettate da un qualsiasi ente preposto al controllo per la protezione collettiva? Può sembrare un interrogativo banale, ma purtroppo la realtà che ci circonda, come sottolinea ogni giorno Papa Francesco, ci consegna un mondo che spesso disattende le voci illuminate universali che provengono dai nostri testi sacri. Si autorizzano di riflesso quei “protocolli” quotidiani che, al di fuori della verità, promettono il piacere e catturano l’interesse generale. Risultato?
Da una parte si rafforza il “potere” di pochi che governano la terra e dall’altra si lasciano ad ognuno le macerie che nel tempo puntualmente verranno fuori. Ma cosa è la verità dice Pilato a Cristo ingiuriato ed offeso? Scrive il mio maestro spirituale: “Il regno di Dio è ricerca costante e incarnazione della verità. La verità è il cuore del Padre dato a noi come Parola, perché attraverso l’obbedienza ad essa trasformiamo il nostro cuore, rendendolo, per opera del Spirito Santo, in Cristo, in tutto uguale a quello del Padre. Divenuto il nostro cuore verità, come è verità il cuore di Dio, amiamo secondo verità, sempre in Cristo, per Cristo, con Cristo, mossi dal suo Santo Spirito”.
Senza la verità nel cuore come può essere cambiato il domani degli uomini? Come possono essere evitate le guerre? Come rispettare il valore ontologico della natura e le sue armoniche differenze? San Paolo ci da le risposte che le comunità odierne dovrebbero far proprie per non affondare nel nichilismo più abissale ed evitare che l’uomo trovi in esso l’essenza di ogni riferimento, consegnandosi alla sconfessione di qualsivoglia valore eterno e non negoziabile. Nella lettera ai Gàlati, cap. 5, 1-25, emergono chiari i “segnali” necessari per sapersi muovere in un mare di controindicazioni che la quotidianità espone oggi come verità esclusive.
Questa la sua apertura: “Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste”. San Paolo diventa poi ancor di più incisivo quando elenca gli esiti ottenuti di chiunque abbia deciso di ignorare lo Spirito, affidandosi alla parte materiale della sua attività terrena:
“Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezza, orge e cose del genere”. Chi può affermare il contrario? Non sono queste le grandi o piccole inadeguatezze che una periodica “revisione” di sé stessi dovrebbe cercare di eliminare? Seguire perciò la voce dello Spirito, anche in un tempo accecato da un consumismo esasperato, diventa una opzione necessaria per accedere a sicuri e prelibati raccolti.
È sempre San Paolo che ci aiuta in questa basilare scelta di fondo: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Non è di tutto questo che forse le nostre società, impegnate nel rinnovamento attraverso la politica, la finanza, le professioni, la cultura, la solidarietà, il lavoro, ecc., hanno infinitamente bisogno? È dunque ormai tempo di una oculata “revisione” interiore collettiva.
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Meccanico / Pixabay CC0 - RyanMcGuire, Public Domain
L’impegno dell’uomo nella periodica “revisione” di sé stesso
Seguire la voce dello Spirito è una opzione necessaria per accedere a sicuri e prelibati raccolti