Papa & Pontificio Collegio Pio-Brasiliano, 21 ottobre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa: “il Brasile ha bisogno che i suoi preti siano un segno di speranza”

Il Pontefice ha ricevuto in udienza la comunità del Pontificio Collegio Pio-Brasiliano

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“In questo momento difficile della sua storia nazionale, quando tante persone sembrano aver perso la speranza in un futuro migliore a causa degli enormi problemi sociali e di una scandalosa corruzione, il Brasile ha bisogno che i suoi preti siano un segno di speranza.” Lo ha sottolineato papa Francesco ricevendo sabato 21 ottobre 2017 in udienza in Vaticano la comunità del Pontificio Collegio Pio-Brasiliano.
“I brasiliani hanno bisogno di vedere un clero unito, fraterno e solidale, in cui i sacerdoti si trovano ad affrontare insieme gli ostacoli, senza cedere alle tentazioni del protagonismo o del fare carriera”, ha proseguito il Pontefice, il quale ha ricordato ai presenti di poter contare “sempre” sull’aiuto particolare “della nostra Madre del Cielo, che voi brasiliani chiamate Nostra Signora Aparecida”.
Il Papa ha sviluppato il suo discorso a partire dal sentimento di smarrimento o di malinconia nostalgica — la famosa “saudade” brasiliana –, in cui i giovani sacerdoti mandati a Roma per specializzarsi rischiano di imbattersi. “Voi non siete più parroci o vicari parrocchiali, ma preti studenti”, ha scandito Francesco.
Trascurare uno dei quattro pilastri maestri della vita sacerdotale — “la dimensione spirituale, la dimensione accademica, la dimensione umana e la dimensione pastorale” — significa aprire le porte ad alcune “malattie”, ha detto il Papa, che ha menzionato oltre all’“accademismo” anche la tentazione di fare degli studi “semplicemente un mezzo di affermazione personale”. “Non dimenticate, per favore, che prima di essere maestri e dottori voi siete e dovete rimanere sacerdoti, pastori del popolo di Dio!”, così ha sottolineato.
Il “rimedio più efficace” per “mantenere l’equilibrio tra questi quattro pilastri fondamentali” è “la fraternità sacerdotale”, ha suggerito Jorge Bergoglio, che ha messo nuovamente in guardia dalle chiacchiere. “Il chiacchiericcio — così ha avvertito — è un ‘atto terroristico’, perché tu con la chiacchiera butti una bomba, distruggi l’altro e te ne vai tranquillo!”
Quindi, “niente chiacchiere”, ha ribadito il Pontefice, che citando la nuova “Ratio Fundamentalis” per la formazione sacerdotale e l’esortazione apostolico post-sinodale “Pastores dabo vobis” (1992) di san Giovanni Paolo II, ha sottolineato la centralità della “fraternità presbiterale”.
“Il primo oggetto della nostra carità pastorale dev’essere il nostro fratello nel sacerdozio”, che è “il primo prossimo che abbiamo”, ha detto Francesco, che ha raccomandato ai giovani sacerdoti di “pregare insieme, condividere le gioie e le sfide della vita accademica, fare festa”, magari “bere una cachacinha”, l’acquavite ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero, ossia il ‘grappino’ per eccellenza brasiliano.
Occorre in particolare “aiutare coloro che soffrono di più la nostalgia; uscire insieme per una passeggiata; vivere come una famiglia, da fratelli, senza lasciare nessuno da parte, compresi quelli che sono in crisi o forse hanno avuto degli atteggiamenti censurabili, perché «la fraternità presbiterale non esclude nessuno»”, ha ribadito Francesco, citando nuovamente la “Pastores dabo vobis” (n° 74).
Cliccare qui per leggere il testo completo.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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