Stanza di P. Kolbe, Niepokalanów, Polonia / Wikimedia Commons - Fczarnowski, CC BY-SA 3.0

Milizia dell’Immacolata: “Una missione sempre in evoluzione”

Intervista con padre Raffaele Di Muro OFMConv, presidente e assistente internazionale del movimento, e Agata Pinkosz, Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe

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Al termine dell’udienza generale di ieri, mercoledì 18 ottobre 2017, papa Francesco ha salutato i partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla Milizia dell’Immacolata (MI) in occasione del primo centenario del movimento. Fu istituito infatti la sera del 16 ottobre 1917 in una stanza del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali in via San Teodoro a Roma dal futuro martire del nazismo, san Massimiliano Kolbe (1894–1941), e alcuni confratelli.
Nell’occasione ZENIT ha intervistato padre Raffaele Di Muro OFMConv, presidente e assistente internazionale della Milizia dell’Immacolata, e la laica consacrata Agata Pinkosz, dell’Ufficio stampa delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe.
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Ieri, mercoledì 18 ottobre, la Milizia dell’Immacolata ha partecipato all’udienza generale in Piazza San Pietro. Che emozione ha provato?
Agata Pinkosz: È stato un momento davvero indimenticabile, un momento di gioia indicibile. Tante persone, con lo stesso ideale kolbiano nel cuore e alla presenza di papa Francesco: è stata un’esperienza di vita ecclesiale davvero unica!
Come è nato il movimento della Milizia dell’Immacolata?
Padre Raffaele Di Muro: La MI nasce in seguito agli attacchi che la massoneria in Italia rivolge alla Chiesa del tempo, anche attraverso pubbliche manifestazioni. Il giovane fra’ Massimiliano (a Roma dal 1912 al 1919 frate in formazione) è testimone di questi eventi e desidera, con tutto il cuore, dare un sostegno spirituale a tutta la famiglia ecclesiale. Di qui la nascita del movimento mariano-apostolico della MI.
Cosa esattamente è successo nel 1917?
Padre Raffaele Di Muro: S. Massimiliano e sei confratelli si sono riuniti in una stanza del Collegio Internazionale di S. Teodoro, seminario nel quale si formano alla vita francescana e sacerdotale, e hanno iniziano ufficialmente le attività di un’associazione che si sarebbe sviluppata in tutto il mondo. I sette giovani frati, pur con pochi mezzi ed esperienza a disposizione, sono consapevoli che, con l’aiuto dell’Immacolata, potranno raggiungere grandi traguardi apostolici.
Cos’è la specificità della M.I.?
Padre Raffaele Di Muro: È la missione, l’impegno missionario. La MI nasce e si sviluppa con l’intento di creare le condizioni perché ogni uomo possa realizzare un cammino di fede autentico e conoscere la bellezza e l’importanza dell’Immacolata. L’anima della M.I. è senza dubbio la missione, una missione sempre in evoluzione con il mutare del contesto storico.
Quali sono i punti salienti delle celebrazioni?
Padre Raffaele Di Muro: La celebrazione di apertura è avvenuta il 16 ottobre nel pomeriggio, nel luogo in cui S. Massimiliano è stato ordinato sacerdote, nella basilica di S. Andrea della Fratte, con la celebrazione dell’Eucarestia, presieduta dal ministro generale dei frati minori conventuali, fra’ Marco Tasca. In serata c’è stata una suggestiva veglia di preghiera, svoltasi nella Basilica di S. Andrea della Valle, tempio in cui il santo è stato ordinato sacerdote. Il 18 ottobre, nel pomeriggio, dopo l’udienza generale con Papa Francesco, c’è stata la Messa conclusiva sempre in S. Andrea della Valle. Questi momenti sono stati particolarmente suggestivi, dato il profondo coinvolgimento dei fedeli che, pur provenienti da nazioni diverse, si sono sentiti in piena comunione nel ricordo di Kolbe e sotto la protezione dell’Immacolata.
Papa Francesco esorta sempre ad andare verso le periferie. Cosa significa per voi?
Padre Raffaele Di Muro: Il messaggio di Papa Francesco è molto stimolante per la M.I. di oggi, che è impegnata nel cercare le periferie delle nazioni in cui opera, per lavorare con il massimo impegno nell’ accogliere e sostenere l’umanità più in difficoltà. La M.I. è chiamata a crescere continuamente con la spinta del magistero del Papa.
Quali obiettivi ha fissato la Milizia dell’Immacolata per i prossimi anni?
Padre Raffaele Di Muro: Comunione e missione! Ecco gli obiettivi della M.I del futuro. La M.I. è chiamata a perseguire la via della missione, sua vocazione primaria, coltivando al massimo la comunione. La M.I. è presente in tutti i paesi del mondo e, per un’evangelizzazione forte e credibile, è chiamata a scoprire una unità sempre maggiore. 
Chi invece è stato padre Luigi Faccenda e che ruolo ha avuto all’interno della MI italiana?
Agata Pinkosz: Padre Luigi Faccenda, frate minore conventuale fu un grande innamorato di san Massimiliano Kolbe. Una volta terminata la seconda guerra mondiale, gli fu affidata la Milizia dell’Immacolata di Bologna. Iniziò così un tempo di intenso apostolato mariano con i gruppi che facevano riferimento ai frati alla basilica di san Francesco a Bologna. All’interno del gruppo femminile, alcune delle ragazze col tempo cominciarono a manifestare il desiderio di iniziare una forma di vita che, senza allontanarle dal mondo, permettesse loro di vivere l’ideale kolbiano da donne consacrate a Dio. Nacque così dopo alcuni anni l’istituto delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe, un istituto secolare, mariano e missionario di cui p. Luigi è fondatore e attraverso il quale vide realizzarsi anche il suo sogno, quello di una missionarietà mariana.
Come si è diffuso l’istituto delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe?
Agata Pinkosz: Dal 1954, anno della fondazione delle Missionarie, iniziata la prima esperienza di vita comune, le missionarie pur continuando la loro vita secolare, nel lavoro, cominciarono ad uscire per andare verso l’uomo. Dapprima il loro apostolato riguardava la regione dell’Emilia Romagna. Le missionarie facendosi così conoscere, cominciarono a crescere in numero, lo sviluppo fu veloce e molte giovani si univano al primo gruppo, permettendo così delle prime aperture al di fuori di Bologna, sia in Italia, che all’estero, nelle terre di missione ad gentes.
Il carisma delle Missionarie è mariano e missionario. Può spiegare?
Agata Pinkosz: Il nostro carisma è mariano, perché sull’esempio di san Massimiliano, innamorato di Maria e missionario, raccogliendo l’eredità spirituale che egli ci ha lasciato, ci affidiamo totalmente a Maria Immacolata, per essere la sua presenza nel mondo. Essendo consacrate secolari, cerchiamo così di essere una presenza materna e tenera in ogni angolo del mondo, laddove l’impegno ci porta, sia nell’apostolato che nel lavoro professionale, negli ambienti ordinari di vita quotidiana. In tutto ciò appunto consiste la nostra missionarietà: la spinta verso l’uomo, secondo quanto detto da p. Luigi, ho creduto nell’uomo, perché ho ricalcato le orme del Dio fatto uomo. Non importa dove, chi, quando, di che razza, provenienza, lingua, cultura o religione: ogni uomo ha bisogno di Dio e ha bisogno del suo amore materno, espresso nella guida sapiente e tenera di una Madre, Maria.  
Padre Kolbe è vissuto quindi anche a Roma. Può raccontarci qualcosa sulla sua permanenza?
Padre Raffaele Di Muro: Molto significativo è l’impatto del giovane Kolbe con i cittadini romani – oggi come allora – un po’ “coloriti” nel linguaggio. Il fraticello francescano con semplicità e decisione era solito riprendere quanti bestemmiavano o si esprimevano con frasi blasfeme. Inoltre, ricordo i tanti momenti in cui egli si reca in Vaticano per partecipare alle liturgie papali, insieme ai suoi compagni di formazione. A Roma impara a cogliere il respiro internazionale della Chiesa.
E’ possibile visitare la sua stanza a Roma?
 Padre Raffaele Di Muro: A Roma è possibile visitare la stanza in cui è stata fondata la M.I. Purtroppo non è dato sapere in quale cella abitasse S. Massimiliano. Ciò accade perché in passato in una stanza abitavano più frati e, inoltre, ogni giovane religioso cambiava spesso cella, su indicazione dei superiori, per abituarsi all’itineranza francescana.
Grazie di cuore per questo colloquio.
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Cliccare qui per ulteriori informazioni sulla Milizia dell’Immacolata. Invece il sito web delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe è disponibile qui.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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