Cattedrale siro-malabarese, Thrissur / Wikimedia Commons - Shijan Kaakkara, CC BY-SA 4.0

Papa ai vescovi dell’India: “con spirito generoso e sereno”

In una lettera annuncia la creazione di due eparchie e l’estensione dei confini di due già esistenti per i fedeli della Chiesa siro-malabarese

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“La mirabile varietas Ecclesiarum, risultato del lungo sviluppo storico, culturale, spirituale e disciplinare, costituisce un tesoro della Chiesa”. Lo sottolinea papa Francesco all’inizio della sua lettera ai vescovi dell’India, diffusa oggi, martedì 10 ottobre 2017, dalla Sala Stampa.
“Fra le terre e le nazioni, nelle quali questa varietà della vita ecclesiale rifulge con grande splendore vi è anche l’India”, prosegue il Pontefice, che ricorda inoltre le radici antichissime della Chiesa cattolica nel subcontinente, poiché “trae la sua origine dalla predicazione dell’Apostolo Tommaso”.
“La storia del cristianesimo in questo grande Paese ha portato infine alla configurazione di tre distinte Chiese sui iuris”, spiega Francesco, alludendo al fatto la Chiesa dell’India è costituita da tre riti o Chiese, cioè quella latina, inoltre quella siro-malankarese e infine quella siro-malabarese.
Anche se in passato questa situazione ha dato “a volte” luogo ad “alcune tensioni”, “oggi possiamo ammirare una realtà cristiana ricca e bella, complessa e unica allo stesso tempo”, afferma il Pontefice italo-argentino, che nella lettera annuncia di aver autorizzato la Congregazione per le Chiese Orientali “a provvedere alla cura pastorale dei fedeli siro-malabaresi in tutta l’India, attraverso l’erezione di due Eparchie e l’estensione dei confini di due già esistenti”.
“Determino, inoltre, che le nuove come le esistenti circoscrizioni risultino affidate all’Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly e al Sinodo dei Vescovi della Chiesa Siro-malabarese”, continua Francesco, il quale auspica che questa sua decisione sia “accolta con spirito generoso e sereno, anche se potrà essere motivo di apprensione per alcuni”.
Nella lettera, il Pontefice spiega che il nuovo “provvedimento non deve essere interpretato negativamente come una imposizione ai fedeli di lasciare le comunità in cui hanno trovato accoglienza […], ma piuttosto come un invito ed insieme una opportunità di realizzare la crescita nella fede e nella comunione con la propria Chiesa sui iuris, conservando quel prezioso patrimonio rituale del quale sono portatori, trasmettendolo anche alle future generazioni”.
“La via della Chiesa cattolica in India non può essere quella dell’isolamento e della separazione, ma piuttosto del rispetto e della collaborazione”, continua la missiva, ricordando che “la presenza di diversi Vescovi delle varie Chiese sui iuris nello stesso territorio potrà essere motivo sicuramente di bellissima e vivificante comunione e testimonianza.
“Esorto tutte le amatissime Chiese che vivono in India alla generosità e al coraggio per la testimonianza del Vangelo in spirito di fraternità e mutuo amore”, scrive Francesco, mentre auspica che “l’estensione degli spazi pastorali della Chiesa siro-malabarese non sia in alcun modo percepita come una crescita di spazi di potere e di dominio, ma come una chiamata a vivere una comunione più profonda, che non può mai essere intesa come uniformità”.
Del resto, così ricorda il romano Pontefice, “da tempo” la Chiesa in India vive l’esperienza di “giurisdizioni sovrapposte”, come dimostra la situazione nel Kerala. “Avere più vescovi nello stesso territorio non compromette la missione della Chiesa; al contrario, questi passi hanno dato più energia alle Chiese locali per i loro sforzi pastorali e missionari”, afferma Francesco.
Cliccare qui per leggere il testo completo.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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