Santa Marta, 6 ottobre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Santa Marta: “Perché siamo peccatori?”

Messa mattutina di venerdì 6 ottobre 2017

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Tutti gli uomini sono peccatori e nessuno può dichiarare di non aver peccati sull’anima. Questa verità basilare è stata al centro dell’omelia di papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta di oggi, venerdì 6 ottobre 2017.
“Nessuno può dire: ‘Io sono giusto’ o ‘io non sono come quello o come quella’”, ha detto il Pontefice nella sua riflessione, riportata dalla Radio Vaticana. Anzi, ha aggiunto Francesco, “io direi che quasi è il primo nome che tutti abbiamo: peccatori”.
Partendo dalla Prima lettura di oggi, tratta dal Libro di Baruc (1,15-22), il Pontefice ha proposto all’attenzione dei presenti la domanda: “perché siamo peccatori?”.
Lo siamo, così ha spiegato, perché “abbiamo disobbedito” al Signore. “Lui ha detto una cosa e noi ne abbiamo fatto un’altra.” Cioè: Lui ci parla “tante volte”, ma noi non gli diamo retta.
Quindi il peccato, in sostanza, è “ribellione”, ostinarsi nel seguire le “perverse inclinazioni del nostro cuore”, le “piccole idolatrie di ogni giorno”, dalla cupidigia all’invidia e dall’odio alla maldicenza, che il Papa ha descritto come la “guerra del cuore per distruggere l’altro”.
Il peccato però lascia sempre un segno. “Rovina il cuore, rovina la vita, rovina l’anima, indebolisce, ammala”, ha proseguito Francesco, il quale ha aggiunto, che non si tratta di una “macchia” da togliersi in tintoria, ma di “un rapporto di ribellione contro il Signore”.
Il peccato, ha affermato Francesco, è brutto “in sé stesso”, ma soprattutto brutto perché “contro il Signore che è buono”. La risposta al peccato, ha proseguito, è propria la strada indicata da Baruc: sentire vergogna, disonore.
“Se io penso così i miei peccati, invece di entrare in depressione sento quel grande sentimento: la vergogna”, che in questo modo diventa una vera e propria “grazia” nella nostra vita, perché “apre la porta alla guarigione”.
Infatti, “quando il Signore ci vede così, vergognati di quello che abbiamo fatto, e con umiltà chiedere perdono, Lui è l’onnipotente: cancella, ci abbraccia, ci accarezza e ci perdona”, ha spiegato Francesco, che alla fine della sua omelia ha esortato a sentire vergogna per i peccati commessi e a chiedere perdono per i nostri misfatti.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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