Cattedrale della Santa Vergine Maria, Minsk (destra) / Wikimedia Commons - Monk, CC BY-SA 2.5

Minsk: Messaggio finale del CCEE

“L’Europa non è solo una terra, ma è un compito spirituale”

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Riprendiamo di seguito il testo integrale del messaggio pubblicato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) alla conclusione dell’assemblea plenaria dell’organismo, svoltosi dal 27 settembre al 1 ottobre a Minsk, in Bielorussia.
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La Chiesa ama l’Europa e crede nel suo futuro: l’Europa non è solo una terra, ma è un compito spirituale. Nella riunione plenaria che si è svolta in Belarus a Minsk, abbiamo rinnovato il nostro impegno di partecipare con entusiasmo al cammino del Continente, che ha qualcosa di grande da offrire a tutti nella logica della reciprocità.
Il compito del nostro Consiglio è di promuovere la comunione tra i Pastori delle diverse Nazioni, e di trovare le vie perché la voce del Signore Gesù torni a risuonare nel cuore dell’ ”uomo europeo”, della cultura e della società: la dignità umana dove può essere ancorata solidamente se non in Gesù figlio di Dio fatto uomo? Questo è il contributo specifico del Cristianesimo all’identità europea, e due millenni di carità, arte, cultura, ne sono viva testimonianza.
Con affetto, facciamo nostro l’auspicio del Santo Padre Francesco per “uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente”. A questo slancio noi non possiamo mancare, consapevoli di essere messaggeri di una lieta notizia. Il messaggio di cui siamo debitori al mondo è alto e forte, ma con strumenti poveri: il Vangelo di Gesù è la perenne sorgente della storia europea, della sua civiltà umanistica, della democrazia, dei diritti e doveri umani. Così come ne è la più sicura garanzia!    
Nonostante le spinte che tendono a isolare, crediamo a quella unità di ideali spirituali ed etici che da sempre è l’anima e il destino dell’Europa. Così come crediamo ad un continuo cammino di riconciliazione che è parte non solo della storia, ma della vita, e che porta al rispetto e alla valorizzazione delle diverse tradizioni e religioni oltre ogni estremismo.
L’apertura alla religione, alla trascendenza, alla relazione solidale, alla comunione, hanno preso volto nel Vangelo, ed hanno rivelato la dignità unica della persona; hanno ispirato il cammino non sempre facile dell’Europa che ha visto anche dei limiti ed errori.  Lo stesso fenomeno dell’immigrazione è illuminato da questa anima, nel segno dell’accoglienza, della integrazione e della legalità, nonostante difficoltà e timori, consci dello sforzo di una necessaria responsabilità comune.
Ai Popoli e alle Nazioni esprimiamo il nostro incoraggiamento per reagire anche alle forti suggestioni del secolarismo, che spinge a vivere senza Dio o a confinarlo nello spazio del privato, alimentando il germe dell’individualismo e generando solitudine. Tra l’altro, è noto come l’apertura alla vita- in ogni sua fase – sia un indice di speranza, e il grado di natalità sia il segno migliore dello stato di salute della società.
Proprio la realtà giovanile –  tema del prossimo Sinodo della Chiesa – è stato l’altro tema della nostra collegiale attenzione. Una grande simpatia è emersa dagli Episcopati Europei: simpatia che si traduce in preghiera, maggiore vicinanza, desiderio di ascolto e di accompagnamento paziente e amorevole della gioventù.
La Chiesa crede fermamente nei giovani, ne ha stima e fiducia, come una madre verso i suoi figli. Durante i lavori, sono emerse anche alcune preoccupazioni, come la cultura liquida che tutti respiriamo, l’esasperazione individualista diffusa che genera incertezza e solitudine, e alcuni conflitti e ingiustizia che ancora oggi feriscono il grande bene della pace. Sono motivi che confermano il nostro impegno di stare accanto e camminare con loro; di far sentire che il Vangelo è l’annuncio del grande “sì” alla vita, all’amore, alla libertà, alla gioia: è dire “sì” a Cristo.
Su questa strada le nostre comunità sono con noi e con i nostri sacerdoti, per essere segno di speranza, di comunione, di benevolenza operosa: la radice profonda e viva è Cristo, che parla al cuore e alla ragione di ognuno come del Continente, perché ritrovi se stesso oltre la politica e l’economia.
Vorremmo che la parola di Gesù raggiungesse il cuore dell’Europa: “Non temere, io sono con te”. Non temere antica Europa di essere te stessa, riprendi la via dei Padri che ti hanno sognata come casa di Popoli e Nazioni, madre feconda di figli e di civiltà, terra di umanesimo aperto e integrale. Sì, non temere, abbi fiducia! La Chiesa, esperta in umanità, ti è amica: con lo sguardo fisso a Cristo, e con in mano il Vangelo, con te cammina verso un futuro di conciliazione, di giustizia e di pace.

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ZENIT Staff

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