Papa, Pranzo a San Petronio, 1° ottobre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa Francesco: “Che strana la matematica di Dio: si moltiplica solo se si divide!”

Discorso in occasione del pranzo di solidarietà con i poveri, i rifugiati e detenuti — Testo completo

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Che strana la matematica di Dio: si moltiplica solo se si divide!” Questa la stupende osservazione lanciata oggi, domenica 1° ottobre 2017, da papa Francesco prima del pranzo di solidarietà con i poveri, i rifugiati e detenuti nella basilica di San Petronio a Bologna.
Dopo una mattinata molto intensa, durante la quale ha visitato prima la diocesi di Cesena per trasferirsi poi all’arcidiocesi di Bologna, il Pontefice si è fermato infatti per la pausa pranzo proprio all’interno della nota basilica nel cuore di Bologna.
“Siete al centro di questa casa”, ha sottolineato Francesco, ricordando che “la Chiesa è di tutti, particolarmente dei poveri” e che “siamo tutti degli invitati, solo per grazia”.

Papa, Pranzo a San Petronio, 1° ottobre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa, Pranzo a San Petronio, 1° ottobre 2017 / © PHOTO.VA – OSSERVATORE ROMANO

“La carità non è mai a senso unico, è sempre circolare e tutti donano e ricevono qualcosa”, ha proseguito il Pontefice, che ha lanciato le medesime parole nel suo terzo tweet della giornata.
“Siamo tutti dei viandanti, dei mendicanti di amore e di speranza, e abbiamo bisogno di questo Dio che si fa vicino e si rivela nello spezzare del pane”, ha ricordato il Papa, che con i presenti ha recitato la preghiera del Padre Nostro, definendolo “davvero la preghiera dei poveri”.
“La richiesta del pane, infatti, esprime l’affidamento a Dio per i bisogni primari della nostra vita”, ha spiegato Francesco. “Quanto Gesù ci ha insegnato con questa preghiera esprime e raccoglie la voce di chi soffre per la precarietà dell’esistenza e per la mancanza del necessario”, ha aggiunto.
Riprendiamo di seguito le parole del Santo Padre.
***
Cari fratelli e sorelle,
che gioia vederci in tanti in questa casa! È proprio come la casa di nostra Madre, la casa della misericordia, la Chiesa che tutti accoglie, specialmente quanti hanno bisogno di un posto.
Siete al centro di questa casa. La Chiesa vi vuole al centro. Non prepara un posto qualsiasi o diverso: al centro e assieme. La Chiesa è di tutti, particolarmente dei poveri. Siamo tutti degli invitati, solo per grazia. È un mistero di amore gratuito di Dio che ci vuole suoi, qui, non per merito, ma per suo amore.
In questa casa normalmente si celebra il mistero dell’Eucaristia, la mensa sulla quale è deposto il pane e il vino che diventano il Corpo e il Sangue di Gesù, spezzato e versato per la moltitudine di uomini che Egli ama. Che strana la matematica di Dio: si moltiplica solo se si divide! Apparecchiamo sempre una mensa di amore per chi ne ha bisogno.
La carità non è mai a senso unico, è sempre circolare e tutti donano e ricevono qualcosa. Tutti riceviamo e tutti sappiamo e possiamo donare tanto. Gesù non scarta nessuno, non disprezza. Lui ha sete e ci chiede di dargli da bere perché cammina con noi e soffre con noi. E proprio noi abbiamo quella brocca, magari un po’ usata, che può dargli acqua, che è il nostro cuore! La nostra vita è sempre preziosa e tutti abbiamo qualcosa da dare agli altri.
Al termine vi verrà consegnato il cibo più prezioso, il Vangelo, la Parola di quel Dio che tutti portiamo nel cuore, che per noi cristiani ha il volto buono di Gesù. È per voi! È rivolto proprio a chi ha bisogno! Prendetelo tutti e portatelo come segno, sigillo personale di amicizia di Dio che si fa pellegrino e senza posto per prepararlo a tutti.
Siamo tutti dei viandanti, dei mendicanti di amore e di speranza, e abbiamo bisogno di questo Dio che si fa vicino e si rivela nello spezzare del pane.
Questo pane di amore che oggi condividiamo portatelo anche voi ad altri. Regalate a tutti simpatia e amicizia. È l’impegno che possiamo avere tutti. Ce n’è un grande bisogno. Voi avete una sensibilità particolare nel cogliere la dimensione umana perché sapete che cosa è la fragilità, il bisogno di tendere le mani, di farsi aiutare mettendo da parte l’orgoglio.
Il “Padre nostro” che reciteremo alla fine è davvero la preghiera dei poveri. La richiesta del pane, infatti, esprime l’affidamento a Dio per i bisogni primari della nostra vita. Quanto Gesù ci ha insegnato con questa preghiera esprime e raccoglie la voce di chi soffre per la precarietà dell’esistenza e per la mancanza del necessario. Ai discepoli che chiedevano a Gesù di insegnare loro a pregare, Egli ha risposto con le parole dei poveri che si rivolgono all’unico Padre in cui tutti si riconoscono come fratelli. Il “Padre nostro” è una preghiera che si esprime al plurale: il pane che si chiede è “nostro”, e ciò comporta condivisione, partecipazione e responsabilità comune. In questa preghiera tutti riconosciamo l’esigenza di superare ogni forma di egoismo per accedere alla gioia dell’accoglienza reciproca.
Oggi possiamo condividere il nostro pane quotidiano. E tutti ne vogliamo ringraziare Dio.
[Padre Nostro]
Ci benedica il Signore, tutti noi, benedica il pasto, benedica coloro che lo hanno preparato e ci aiuti ad andare avanti nel cammino della vita. E buon appetito!

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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ZENIT Staff

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