“Padre Hamel ha seminato pace!” Lo dichiara l’arcivescovo di Rouen (Francia), monsignor Dominique Lebrun, in un’intervista pubblicata su “L’Osservatore Romano” di oggi, martedì 25 luglio, in preparazione al primo anniversario dell’uccisione di padre Jacques Hamel, che ricorre domani. Il sacerdote 85enne fu sgozzato un anno fa da due giovani estremisti islamisti mentre stava celebrando la messa nella chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray.
“La sua morte è stata un avvenimento estremamente forte dal punto di vista umano e spirituale”, spiega mons. Lebrun, il quale aggiunge che “in un anno, non ci sono mai stati dissensi riguardanti padre Hamel”. “Non sono mai stato a conoscenza di opinioni diverse che siano diventate conflittuali, il che è molto raro”, ribadisce il presule.
“Adesso che è morto, padre Hamel è ancora più vivo”, sottolinea Lebrun. “La sua figura di sacerdote, semplice ed esemplare, mi interroga come pastore e vescovo sul modo di considerare la vita dei preti, su quello che mi aspetto da parte loro in termini di ‘efficienza’”, prosegue il già vescovo di Saint-Étienne, trasferito soltanto due anni fa, nel luglio 2015, da papa Francesco in Normandia. “Sì, posso dire che quello che è avvenuto mi ha trasformato come vescovo”, afferma.
Mons. Lebrun definisce padre Hamel “un sacerdote semplice ed esemplare”, anzi “forse esemplare perché semplice”. Senz’altro colpisce la morte dell’anziano sacerdote, la quale “assomiglia alla morte di un martire, alla morte di Gesù, cioè a un innocente che ha dato la sua vita per Dio e che è stato ucciso consacrandosi a Dio”.
Per l’arcivescovo del capoluogo della Normandia, la storia del processo di beatificazione di padre Jacques Hamel inizia all’indomani della sua uccisione. “La parola martire è pronunciata da numerose persone e si ritrova nelle varie lettere che ho ricevuto”, così dichiara. Anche se papa Francesco ha accelerato l’iter, non c’è fretta. “Prendiamo il tempo necessario affinché le cose si facciano non solo secondo le norme canoniche ma anche con molta serietà”, dice Lebrun, il quale prevede che il risultato dell’inchiesta verrà inviato a Roma “nell’arco di uno o tre anni”.
La semplicità di padre Hamel “parla a tutti”, spiega l’arcivescovo parlando della “fama di santità o di martirio” che accompagna il sacerdote ucciso. “E’ stato un prete cattolico, un prete universale”, che ha fatto “quello che fa anche ogni giorno un prete in Australia, in Kenya, in India o in America Latina”. Padre Hamel “non era un prete mediatico, era un prete diocesano, un prete e basta, e questo parla a tutta l’umanità”.
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“Padre Hamel ha seminato pace!”
Intervista all’arcivescovo di Rouen nel primo anniversario dell’uccisione di padre Jacques Hamel