Daily meditation on the Gospel

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Non abbiate paura — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Lunedì 24 Luglio 2017, Feria della XVI Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Il popolo d’Israele, raggiunto dagli Egiziani, si lamenta con Dio e con Mosè. Ma il Signore non abbandona nessuno, specialmente i suoi figli: non solo indica il cammino, ma cammina insieme a loro. Il Signore sostiene che si affida a Lui. «Non Abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore». Questa è la promessa fatta da Dio.  Nel Vangelo, i farisei, dopo che egli aveva dichiarato di essere “Signore del sabato”, chiedono a Gesù dei segni per credere. Il Maestro risponde con il libro di Giona, la cui vita fu caratterizzata dal “seppellimento” nel ventre della balena: la morte di Gesù in croce sarà il segno messianico per eccellenza.
Meditazione
“Non abbiate paura!”. Così dice Mosè nella prima lettura, e segue la narrazione del passaggio del Mar Rosso. Tutto ciò che Dio ha fatto per condurli alla libertà è dimenticato. Il popolo grida contro Dio e contro Mosè. L’episodio invece mette in luce l’assoluta fedeltà di Dio, il quale ha una parola sola e non se la rimangia mai – neanche quando, umanamente, ne avrebbe tutto il diritto – e rimane fedele. Il Vangelo ci pone dinanzi alla curiosità di vedere i segni, allora come oggi. Come possiamo davvero sapere che Dio esiste? E che ci ama? Ed è buono? Allora, poniamo delle condizioni: “Dio, se esisti fa’ che…”. Con questa richiesta si vuole sovvertire l’ordine stabilito da Dio. Scribi e farisei vogliono prima vedere un segno. Questo è tentare il Signore. Vorrebbero spingerlo ad agire diversamente dai piani di Dio, il quale ha stabilito che la fede è nella sua Parola, che è sempre onnipotente e creatrice di vera vita. Gesù è severo: non sarà dato nessun segno, solo quello di Giona che, di malavoglia, ha chiesto ai cittadini di Nìnive di convertirsi. E questi lo hanno fatto, dal re fino all’ultimo schiavo, si sono pentiti e hanno chiesto perdono. Il segno di Giona, inoltre, rimanda al fatto che egli rimane tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, e poi viene rigettato fuori. Così, Gesù rimarrà tre giorni e tre notti nel ventre della terra, e poi risorgerà. Dopo la Parola, ecco il segno dei segni: la sua morte e la sua risurrezione. Essi lo uccideranno, ma Lui risorgerà. Essi lo sotterreranno nel ventre di un sepolcro, ma Lui al terzo giorno verrà fuori. Stiamo attenti ai segni di Dio, che ogni giorno egli ci dà. Se partecipiamo alla celebrazione dell’Eucaristia, Gesù ci dà il duplice segno di Giona.
Preghiera
Signore, fa’ che la tua Chiesa sia là dove muore la speranza degli uomini, per annunciare che, in Cristo, ogni sconfitta può diventare vittoria e, partendo dall’esperienza della croce, proclami che Gesù è vicino ad ogni uomo e presente nella vita di ciascuno.
Agire
“Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore”. Per ricordare il forte invito del Vangelo alla conversione, ripeterò durante il giorno questa frase, e la riprenderò nell’esame di coscienza serale.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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