Lettura
La prima lettura di questa domenica rivela il volto misericordioso di Dio, che osserva il pentimento del cuore, e ci dà un’indicazione: l’unica cosa essenziale è cercare la sapienza, cioè entrare dentro le cose, non accontentarsi, andare oltre l’apparenza, riscoprire le profondità dell’essere, là dove dimora Dio. San Paolo, nella lettera ai Romani, ci propone il misterioso “gemito” dello Spirito, che il Padre comprende ed esaudisce. La parabola del grano e della zizzania insegna che nel campo del mondo ci sono i buoni e i cattivi, e servi impazienti che vorrebbero anticipare il giudizio di Dio.
Meditazione
Il Vangelo è un inno alla misericordia, quella che sarà rivelata pienamente in Cristo, e alla quale lo stesso Maestro ci esorta, quando dice: «non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa, sradichiate anche il grano. Lasciate che l’uno e l’altro crescano insieme fino alla mietitura». Il bene e il male devono crescere fino alla completa maturazione, perché gli uomini non sanno giudicare e non conoscono né il metro di Dio né il cuore dell’uomo. Il centro della parabola non sta nella scoperta della zizzania, e neppure nel giudizio finale della separazione del grano dalla zizzania, ma più propriamente nell’ordine di non strappare la zizzania. La meraviglia e lo scandalo dei servi sta proprio in questo atteggiamento paziente e lungimirante di Dio. La Chiesa di tutti i tempi è sempre stata agitata dagli scandali e dai peccati dei cristiani. Per ogni situazione problematica vale il detto di Paolo: «Non vogliate giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode» (1Cor 4,5). La parabola ci invita, in tal modo, anche alla contemplazione dell’amore paziente del Figlio di Dio, che non è venuto per giudicare ma per salvare, e alla contemplazione dell’amore del Padre, che non si stanca di attendere il figlio lontano, per riaccoglierlo tra le sue braccia, e renderlo partecipe della ricchezza del suo amore. Una contemplazione che deve produrre nel nostro cuore desideri grandi, a misura del cuore di Dio; desideri, che non sorgono immediati nel nostro povero cuore di creature, ma che, alimentati dall’azione dello Spirito, producono un’immensa fioritura di bene. Che lo Spirito Santo apra il nostro cuore ad accogliere il messaggio di Gesù: la misericordia e il perdono.
Preghiera
O Padre, fa’ che io contempli spesso il tuo cuore “ricco di Misericordia”. “Nei giudizi umani si castiga colui che confessa la propria colpa: nel giudizio divino, tu perdoni. Apri sempre di più il mio cuore agli orizzonti sconfinati della tua misericordia e del tuo perdono”.
Agire
Oggi starò attento a non giudicare e condannare chi mi sta vicino. Guarderò gli altri con l’occhio “sereno e benigno” di Dio.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Paziente e benigno è il Signore — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Domenica 23 Luglio 2017, XVI del Tempo Ordinario, S. Brigida di Svezia