Daily meditation on the Gospel

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Io sono colui che sono — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Giovedì 20 Luglio 2017, Feria della XV Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Dio si manifesta a Mosè e, consegnandogli il nome, gli fa conoscere la sua identità: “Io sono Colui che sono”. Egli si rivela come il Dio dei suoi antenati. Questa bella immagine della memoria mostra agli Israeliti – e a noi – che Dio è presente nella loro storia, cammina con loro. La fatica più grande per Dio e per Mosè, spesso anche con noi, è questa: convincerci che le sue promesse sono gratuite e per il nostro bene. Egli non chiede nulla in cambio, se non credere che Egli mantiene le promesse, accogliere il suo amore e far sì che esso porti frutto.
Meditazione
Come è bello vedere e sentire un Dio vicino, capace di ascoltare la voce della gente che grida, che chiede aiuto, nella certezza che non è abbandonata. Meglio ancora è percepire Dio vicino nella concretezza della nostra vita quotidiana. Oggi vi è l’ossessione del guadagnare, e diciamo che “il tempo è denaro”, e non c’è spazio per il Signore che ci viene incontro. Spesso il non avere tempo da dedicare al Signore fa sorgere in noi l’idea che egli sia lontano, distante da noi. È importante che ogni tanto ci fermiamo per capire cosa stiamo facendo, dove stiamo andando e che posto abbiamo lasciato a Dio nella nostra vita. Ma Dio è fedele. Nel Vangelo, con estrema delicatezza, Gesù ci dice che se siamo stanchi egli stesso sarà il nostro ristoro. Vi è la stanchezza fisica; vi è quella di camminare privi di punti di riferimento, per cui non troviamo chi può accoglierci senza giudicarci. La fame del denaro porta alla stanchezza della solitudine e della mancanza di amore. Gesù invece è lì, ci aspetta. Alludendo ai discepoli, ai poveri in spirito, affaticati e oppressi dalla Legge e dalle osservanze farisaiche, Gesù li chiama alla sua libertà e, anche a noi oggi, dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Questa è la promessa del Signore a tutti quelli che si affidano a lui, che è il riposo, il ristoro e la vita in pienezza (Gv 10,10). Anche Gesù pone sulle spalle del discepolo il suo giogo: “Prendete il mio giogo su di voi”. Ed è un vero e proprio giogo, se Gesù altrove afferma: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24). La differenza è che Gesù per primo ha portato questo “giogo”, e ancora oggi ci assicura che lo porta insieme a noi: per questo può affermare che il suo “giogo” è dolce e il suo peso leggero.
Preghiera
Signore Dio nostro, che mi stai vicino, che ascolti e sei presente nella mia vita, fa’ che io sappia accogliere il tuo appassionato invito: “Venite a me”. Fa’ che non abbia paura di affidarmi a te, di lasciarmi condurre da te. Aiutami a portare il giogo dei tuoi comandamenti, nella certezza che essi sono via, verità e vita.
Agire
Oggi, nella preghiera, chiedo la grazia di lasciare nel mio cuore e nella mia vita uno spazio per stare con il Signore.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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