Era l’unica chiesa in grado di accogliere fino a 4500 fedeli, ma oggi la cattedrale di Luxor, nell’Alto Egitto, non c’è più. Quello che è rimasto del complesso dedicato a San Giorgio dopo l’incendio dell’aprile del 2016, le cui cause rimangono tuttora sconosciute, è del resto stato dichiarato inagibile.
“Siamo costretti a celebrare le funzioni in una sala vicina che tuttavia ha soltanto un terzo della capienza di San Giorgio. Alle messe di Natale e di Pasqua, in tanti non sono venuti perché sapevano che non avrebbero trovato posto”, ha raccontato all’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) il vescovo copto cattolico di Luxor, monsignor Emmanuel Bishay, che parla di “una ferita aperta nel cuore della diocesi”.
Per venire incontro alle necessità della Chiesa locale, la fondazione di diritto pontificio ha lanciato in questi giorni una campagna di raccolta fondi per la ricostruzione della chiesa, definita “una priorità assoluta”. L’azione ha ricevuto l’appoggio del Patriarca copto cattolico Ibrahim Sidrak.
Come ricorda ACS Italia in un comunicato diffuso oggi, giovedì 20 luglio 2017, la diocesi di Luxor è stata nell’agosto 2013 tra quelle più colpite dalle proteste anti-cristiane da parte di sostenitori del deposto presidente Mohammed Morsi.
La città è anche uno dei posti più turistici dell’Egitto — ospita infatti il famoso complesso archeologico di Karnak, è inoltre vicino alla Valle dei Re e della Valle delle Regine, ed è famoso come luogo di partenza delle crociere sul Nilo — e la sua economia risente molto dell’instabilità creata dal terrorismo nel Paese.
”Ogni volta che si verificano attacchi come quello dei giorni scorsi a Hurgada (sul Mar Rosso, ndr) o i due attentati della Domenica delle Palme, moltissime prenotazioni vengono cancellate. È dalle rivolte del 2011 che non c’è più stabilità, e le famiglie cristiane che vivono di turismo sono ormai disperate”, spiega mons. Bishay.
Papa Francesco ha espresso in varie occasioni la sua vicinanza alla comunità cristiana dell’Egitto. Durante il suo viaggio di due giorni nel Paese, Jorge Bergoglio ha pregato il 28 aprile scorso davanti al muro ancora macchiato di sangue — detto anche il “Muro dei martiri” — della chiesa di Al-Boutrossiya al Cairo, dove l’11 dicembre 2016 un attentatore suicida si era fatto saltare in aria.
Nel suo discorso durante la visita di cortesia al patriarca copto-ortodosso Tawadros II, il Pontefice aveva evocato anche quello che chiama “l’ecumenismo del sangue”. “Quanti martiri in questa terra, fin dai primi secoli del Cristianesimo, hanno vissuto la fede eroicamente e fino in fondo, versando il sangue piuttosto che rinnegare il Signore e cedere alle lusinghe del male o anche solo alla tentazione di rispondere con il male al male”, aveva dichiarato Francesco.
Cliccare qui per sostenere la raccolta fondi “Restituiamo ai Cristiani di Luxor un luogo dove pregare” di ACS.
Luxor, cattedrale / ©ACN
Egitto: ACS ricostruirà cattedrale di Luxor
L’edificio di culto fu distrutto da un incendio nell’aprile 2016