Mons. Silvano Maria Tomasi / ZENIT - HSM, CC BY-NC-SA

“Bisogna dialogare e aprirsi”

Riflessione di mons. Tomasi sul fenomeno migratorio

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“Bisogna dialogare e aprirsi e in questo dialogo si può costruire il futuro insieme”. Lo ha dichiarato il segretario delegato del nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, mons. Silvano Tomasi, in un’intervista sul fenomeno migratorio pubblicata ieri, mercoledì 19 luglio 2017, dal “Vatican Insider”.
In Europa, dichiara il già osservatore permanente della Santa Sede presse le istituzioni ONU a Ginevra, “invece di rinchiudersi in partiti xenofobi e cercare la risposta alle difficoltà che sono reali nell’incontro di culture diverse di gente diversa, bisogna dialogare e aprirsi e in questo dialogo si può costruire il futuro insieme”.
“Se noi lavoriamo con buona volontà è possibile creare un’identità che ha come base i valori fondamentali dell’Europa, che però aggiunge qualcosa e allarga un po’ l’orizzonte”, prosegue Tomasi. “Allo stesso tempo mi pare sia giusto che alcuni valori fondamentali debbano essere accettati: la libertà di coscienza, la separazione fra la religione e la politica”, ha aggiunto il presule.
“Potrebbe sembrare strano, ma le migrazioni attuali non sono un fenomeno veramente eccezionale”, continua mons. Tomasi, che aggiunge: “Esprimono lo stato del nostro mondo, sono la luce rossa d’allarme che guerre, persecuzioni, ingiustizie strutturali piagano il mondo e sradicano milioni di persone dal loro contesto sociale e culturale”.
Due i punti chiave da prendere in considerazione, spiega il presule, cioè prima di tutto “rendersi conto della continuità del fenomeno migrazioni” e poi “la formulazione di un programma articolato di integrazione senza il quale l’accoglienza diventa sempre più problematica”.
Mons. Tomasi ricorda nel corso dell’intervista che le Nazioni Unite terranno una Conferenza internazionale sulle migrazioni e i rifugiati nel dicembre dell’anno prossimo, durante la quale “si vuole arrivare ad un patto mondiale che abbracci tutti gli aspetti del fenomeno”.
Si tratta di un’occasione che “non è da sciupare”, così avverte, mentre ricorda che “la grande maggioranza dei rifugiati sono famiglie normali che hanno sperimentato sulla loro pelle la negatività della violenza”. (pdm)

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Marina Droujinina

Giornalismo (Mosca & Bruxelles). Teologia (Bruxelles, IET).

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